Uisp al Governo: che lo sport riparta davvero in sicurezza!
di Redazione
Firmato dal presidente del Consiglio Conte il nuovo DPCM. Intervengono Vincenzo Manco e Tommaso Dorati, presidente e segretario generale Uisp
Negli ultimi giorni, l’Uisp è intervenuta in più occasioni, anche con una lettera indirizzata direttamente al ministro per le Politiche giovanili e lo Sport Vincenzo Spadafora, per chiedere al Governo la necessità di fare uno sforzo in più, nella stesura delle Linee-Guida per le azioni di mitigazione legate alla ripresa dello sport, al fine di evitare il moltiplicarsi di protocolli applicativi di dettaglio che non garantirebbe, nei fatti, la salute dei praticanti.
“Il testo del DPCM firmato questa sera dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte, in attesa della pubblicazione delle Linee-Guida nazionali, da parte dell’Ufficio per lo Sport – spiega Vincenzo Manco, presidente nazionale Uisp - assegna ancora ai singoli Enti sportivi riconosciuti dal Coni e/o dal Cip (si tratta di 78 Organismi Sportivi riconosciuti dal Coni e 49 dal CIP, per un totale di 127), il compito e la responsabilità di emanare o integrare dsingoli protocolli applicativi di dettaglio, che dovranno tenere conto delle specificità delle singole discipline e delle indicazioni tecnico-organizzative, al fine di garantire il rispetto delle misure di sicurezza da parte dei soggetti che gestiscono impianti sportivi”.
“Resta quindi aperto il problema legato ai comportamenti discrezionali da parte dei singoli enti, che a parità di disciplina sportiva (si tratta di 385 discipline sportive approvate dal Coni) e anche per finalità di concorrenza sleale – aggiunge Tommaso Dorati, segretario generale Uisp - potranno adottare protocolli applicativi a scapito della sicurezza delle persone che frequenteranno il sito sportivo. Oltre all’altissimo numero di protocolli specifici che ingenererebbe grande confusione, c’è il rischio che nello stesso impianto sportivo si possano avere a parità di disciplina sportiva sino a 16 protocolli diversi, a seconda dell’affiliazione che il soggetto gestore/organizzatore potrebbe avere a ciascuno dei 15 EPS e alla Federazione di riferimento. Da questo punto di vista, il Rapporto Coni «Lo sport riparte in sicurezza», per il quale avevamo scelto di non rispondere, dà l’esatta rappresentazione plastica della assoluta eterogeneità, a parità di disciplina sportiva, della valutazione del rischio da parte degli Organismi sportivi coinvolti”.
“A tutto ciò - aggiunge Manco - si sommano ulteriori complicazioni dovute al fatto che lo stesso DPCM stabilisce la riapertura dei siti sportivi a decorrere dal 25 maggio, e allo stesso tempo lascia però ad ogni singola Regione la facoltà di anticipare la riapertura, con Regioni che hanno già pubblicato proprie ordinanze di riapertura da domani, lunedì 18 maggio. Non si comprende pertanto come, ancora in assenza delle Linee-Guida nazionali, debbano comportarsi, tra poche ore, le associazioni e le società sportive”.
“Non vogliamo sottrarci né alla nostra responsabilità né al nostro dovere di rappresentanza nei confronti dei nostri tesserati e delle nostre associazioni e società sportive, ma abbiamo il dovere di chiedere – aggiunge il presidente Manco - che le prescrizioni per contenere il rischio di contagio siano chiare ed uguali per tuttie che sia tenuta alta l’attenzione nella fase dei controlli da parte delle pubbliche amministrazioni, affinché il diritto alla salute e alla pratica sportiva siano garantiti nella piena sicurezza dei praticanti. Stesso tema abbiamo posto all’attenzione del presidente del Coni Giovanni Malagò in una recente call alla presenza degli Enti di Promozione sportiva”.
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