Referendum sulla cittadinanza, l'approfondimento: ecco per cosa si vota

di Matteo Cantile

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Il quesito propone di ridurre da dieci a cinque anni la permanenza legale necessaria per ottenere la cittadinanza italiana da parte di cittadini extracomunitari

Referendum sulla cittadinanza, l'approfondimento: ecco per cosa si vota

L'8 e 9 giugno gli italiani saranno chiamati a esprimersi anche sul quesito che propone l’abrogazione del requisito di dieci anni di residenza legale per la concessione della cittadinanza italiana agli stranieri extracomunitari. Oltre a questo quinto quesito gli elettori saranno chiamati a esprimersi su altre quattro domande legate al tema del lavoro: 

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Normativa vigente – L’articolo 9, comma 1, lettera f) della legge 5 febbraio 1992, n. 91, stabilisce che uno straniero extracomunitario possa richiedere la cittadinanza italiana dopo dieci anni di residenza legale continuativa nel Paese, a condizione di dimostrare condotta irreprensibile, reddito adeguato e assenza di condanne penali.

Modifiche in discussione – Il referendum propone di abrogare la norma attuale, eliminando il vincolo dei dieci anni. In caso di vittoria del “sì”, il requisito si ridurrebbe a cinque anni, in linea con la disciplina vigente prima della legge del 1992 e con quanto avviene in altri Paesi europei come Francia e Belgio (ma non la Germania, per cui sono richiesti 8 anni o Spagna e Austria, per cui ne servono 10, come attualmente in Italia). 

Dati e impatto – Secondo le stime Istat e del Ministero dell’Interno, in Italia vivono circa 3,7 milioni di cittadini extracomunitari. Di questi, oltre un milione risiedono legalmente da più di cinque anni ma da meno di dieci, e potrebbero quindi essere interessati direttamente dalla riforma.

Posizioni a favore – A sostegno del “sì” si schierano associazioni civili, sindacati e partiti del centrosinistra, tra cui +Europa, Verdi e Sinistra Italiana. Le motivazioni riguardano l’integrazione di lungo periodo, il riconoscimento dei diritti a chi vive stabilmente nel Paese e l’adeguamento alla media europea.

Posizioni contrarie – Il fronte del “no” (o dell'astensione) comprende Lega, Fratelli d’Italia, esponenti di Forza Italia e alcune organizzazioni culturali. Le ragioni dell’opposizione si fondano sull’idea che dieci anni siano necessari per una valutazione approfondita dell’integrazione, e che la cittadinanza debba essere un traguardo e non un punto di partenza.

Strategia dell’astensione – Parte del fronte contrario punta anche sull’astensione, sperando che non venga raggiunto il quorum necessario a rendere valida la consultazione. Come per ogni referendum abrogativo, infatti, è richiesto che voti almeno il 50% più uno degli aventi diritto.

Calendario e modalità di voto – I seggi saranno aperti domenica 8 giugno dalle 7 alle 23 e lunedì 9 giugno dalle 7 alle 15. I cittadini italiani residenti all’estero voteranno per corrispondenza. Il quesito sarà valido solo se sarà raggiunto il quorum previsto dalla Costituzione, cioè il 50% più uno.

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