Referendum, il quarto quesito: la responsabilità negli appalti, ecco cosa dobbiamo decidere

di Matteo Cantile

2 min, 34 sec

Il quarto quesito propone l’abrogazione della norma che limita la responsabilità dei committenti nei casi di incidenti nei cantieri

Referendum, il quarto quesito: la responsabilità negli appalti, ecco cosa dobbiamo decidere

È dedicato alla responsabilità negli appalti il quarto quesito del referendum dell'8 e 9 giugno. Dopo aver analizzato i primi tre quesiti la serie di approfondimenti si sofferma oggi sul tema della sicurezza nei cantieri. In discussione c’è la norma che esclude la responsabilità del committente in caso di infortuni, salvo colpa diretta. Domani si chiude con l’ultimo quesito, relativo al diritto di cittadinanza.

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Il quesito 4 – Il referendum propone l’abrogazione dell’articolo 26, comma 4, lettera b) del decreto legislativo 81 del 2008, che regola la responsabilità del committente nei contratti di appalto o subappalto. La normativa attuale stabilisce che il committente risponda degli infortuni solo se ha violato specifiche norme sulla sicurezza o se è mancata la vigilanza. In passato, la legge prevedeva invece una responsabilità solidale: il committente era chiamato a rispondere anche in assenza di una propria colpa.

Obiettivo dell’abrogazione – Il quesito mira a eliminare l’attuale limitazione, riportando il sistema alla configurazione precedente. In caso di vittoria del Sì, verrebbe ripristinata la responsabilità solidale, che imporrebbe al committente di rispondere comunque degli infortuni, indipendentemente dalla sua condotta. La proposta punta a rafforzare la tutela dei lavoratori coinvolti nelle filiere produttive esternalizzate.

Posizione favorevole – I promotori, tra cui sindacati e associazioni per la sicurezza sul lavoro, ritengono che l’attuale normativa deresponsabilizzi i committenti e riduca gli incentivi a scegliere appaltatori affidabili. Secondo questa posizione, la responsabilità solidale sarebbe un efficace strumento di prevenzione, soprattutto nei contesti in cui la pressione sui costi porta a ridurre gli investimenti sulla sicurezza. L’obbligo di rispondere degli infortuni, anche senza colpa, spingerebbe i committenti a vigilare con maggiore attenzione.

Posizione contraria – Le organizzazioni imprenditoriali e parte del centrodestra contestano invece l’idea di un ritorno alla responsabilità solidale. Ritengono che attribuire un obbligo risarcitorio anche a chi non ha commesso alcuna violazione sia una forma di responsabilità oggettiva ingiusta, che potrebbe colpire in particolare le piccole imprese. Inoltre, si teme che l’abrogazione generi incertezza giuridica e aggravi il contenzioso, con conseguenze economiche e amministrative rilevanti.

Contesto generale – Il tema della sicurezza negli appalti è tornato con forza al centro del dibattito pubblico anche a seguito di gravi incidenti sul lavoro. In molti casi, le vittime sono lavoratori precari impiegati da ditte esterne in condizioni difficilmente monitorabili. La complessità delle catene di appalto rende difficile attribuire le responsabilità e garantire controlli efficaci. Il referendum punta a modificare proprio questo quadro.

Formula in scheda – Il quesito sarà così formulato: «Volete voi l’abrogazione dell’articolo 26, comma 4, lettera b) del decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81 (Testo unico sulla sicurezza sul lavoro)?». Votando si cancella l’attuale norma e si reintroduce la responsabilità solidale del committente. Votando No si mantiene l’obbligo di rispondere solo in caso di colpa diretta.

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