Ventimiglia, vescovo Suetta su presepe: "Offensivo togliere Natività da luoghi pubblici, non c'è Natale senza il festeggiato"
di Redazione
"Molto spesso una certa forma di laicità che oggi viene imposta ha una dogmaticità peggiore di quella religiosa che si vorrebbe combattere"
Difendere il presepe nelle scuole e nei luoghi pubblici è essenziale, perché "non è nulla di invasivo o di offensivo". A sostenerlo è monsignor Antonio Suetta, vescovo di Sanremo-Ventimiglia, che sottolinea come l’esclusione del nome di Gesù dai canti natalizi sia altrettanto grave. "È assurdo festeggiare il Natale con la pretesa di togliere il riferimento al festeggiato", afferma Suetta.
Il vescovo, in un'intervista a Serena Sartini per il Giornale, si dice inoltre in sintonia con il richiamo del Papa sul valore del presepe: "Apprezzo tantissimo il richiamo del Papa, prima di tutto perché è nel segno della continuità della tradizione, aspetto tipico della missione della chiesa. E poi trovo che l'invito di Leone sia importante anche per l'aspetto dell'evangelizzazione, perché il presepe nella sua semplicità e nella sua diffusività può e deve essere un segno affinché anche chi è lontano si avvicini alla prospettiva religiosa e all'annuncio del Vangelo".
Secondo Suetta, difendere il presepe significa tutelare uno dei misteri fondamentali della fede cristiana: "Perché il mistero dell'incarnazione del figlio di Dio è uno dei misteri fondamentali della nostra fede ed è stato giustamente recepito dall’arte figurativa. Oltre che un simbolo eminentemente religioso di una verità di fede fondamentale, è diventato una modalità espressiva della fede della gente".
Sul caso di Reggio Emilia, dove il nome di Gesù è stato rimosso dai canti natalizi, il vescovo commenta: "È semplicemente assurdo, perché la parola Natale suppone una specificazione. Di chi festeggiamo il Natale? La risposta storica, oggettiva, è che festeggiamo il Natale di Gesù. Pertanto chi decide di non festeggiare il Natale di Gesù è libero di farlo ma festeggiarlo con la pretesa di togliere il riferimento al festeggiato è una cosa assurda".
Infine, sulla rimozione del presepe dai luoghi pubblici, Suetta parla di una vera e propria imposizione: "Mi sembra un discorso di negazione, in primis delle radici e delle identità della nostra civiltà ma è anche negazione della vera libertà. Molto spesso, infatti, una certa forma di laicità che oggi viene imposta ha una dogmaticità peggiore di quella religiosa che si vorrebbe combattere. La laicità non è negare ciò che appartiene alla storia e alla identità delle persone. È indubbio che da parte dei credenti e dei non credenti – in ragione di una tradizione bimillenaria – il Natale sia una ricorrenza effettivamente presente e allora l'impedire che anche nella vita pubblica i segni del Natale siano mostrati è una sorta di dogmaticità irragionevole e anche una imposizione violenta. Trovo normale esporre presepi, credo non dia fastidio a nessuno. Non è nulla né di invasivo né di offensivo".
Lega solidale con il vescovo - “Rifiutare il Presepe e il Bambin Gesù, o peggio, eliminarli dalla sede di un Comune come ha fatto la sindaca di Genova Silvia Salis a Palazzo Tursi, o cancellarli dai luoghi pubblici, è una ‘negazione delle radici e delle identità della nostra civiltà’, ma anche una ‘negazione della vera libertà’. Infatti, allestire il Presepe nelle nostre scuole o negli spazi pubblici ‘non è nulla di invasivo od offensivo’. Togliere, poi, il nome di Gesù dai canti natalizi, come avvenuto in alcune scuole di Comuni italiani amministrati dalla sinistra, è a dir poco ‘assurdo’. Perché ‘festeggiare il S. Natale con la pretesa di togliere il riferimento al festeggiato’ è illogico, incoerente e bizzarro. Ha perfettamente ragione il Vescovo di Ventimiglia - San Remo, S.E. Monsignor Antonio Suetta, che oggi ha pubblicamente difeso il Presepe e il Bambin Gesù, seguendo il forte e apprezzato richiamo di Papa Leone XIV, Robert Francis Prevost: ‘Il Presepe continui a far parte del S. Natale per ricordare Gesù che, facendosi uomo, è venuto ad abitare in mezzo a noi’. Le nostre tradizioni non possono essere oscurate da talune folli ideologie di sinistra o da culture e religioni di altri Paesi. La laicità non è negare ciò che appartiene alla storia e all’identità delle persone. Nel caso di Genova, festeggiare Babbo Natale trasformando l’atrio di Palazzo Tursi nella ‘Casa di Babbo Natale’ dopo avere eliminato il Presepe e avere estromesso il Bambin Gesù, appare un gesto contro la linea indicata da Papa Leone XIV e quella ripresa da Monsignor Suetta. Oltreché un atto assurdo, illogico e palesemente incoerente, tipico della sinistra sempre più estremista e radicale”. Così in una nota i consiglieri regionali della Lega Sara Foscolo, Alessio Piana e Armando Biasi.
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