In Liguria con la pandemia consumo di alcol cresciuto del 180%
di Alessandro Bacci
La nostra regione al primo posto per consumo di antidepressivi. Il progetto di Asl3 per la prevenzione delle dipendenze nelle scuole sul web
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La pandemia da coronavirus continua a fare danni. Se i problemi maggiori si riflettono sul sistema sanitario e sull'economia del territorio, ci sono altri aspetti inquietanti che si riflettono sulla salute dei cittadini. La Asl 3 di Genova che da sempre si occupa di prevenzione per ciò che riguarda le dipendenze ha evidenziato dati negativi in costante aumento: "Vi è stato anche nella nostra regione per il consumo di bevande alcoliche un aumento del 180% - afferma Gianni Testino primario del centro alcologico dell'Asl3 di Genova - Abbiamo avuto un 20% di ricadute alcoliche, un 15% di nuove persone dipendenti da alcol, sappiamo che vi sono delle grosse problematiche relative all'alimentazione con l'aumento di cibi ipercalorici. Sappiamo anche che c'è stato un aumento della dipendenza da tecnologia tra i più giovani, abbiamo sempre più ragazzi che passano la giornata di fronte ai computer e il periodo di distanziamento e lockdown non ha fatto altro che aumentare questi problemi."
Quindi i giovani anche senza poter uscire di casa e festeggiare hanno aumentato il consumo di alcol? "Si è verificato un fenomeno: i genitori che non sospettavano che i figli avessero un problema con l'alcol lo hanno scoperto durante il lockdown. I ragazzi non potendo utilizzare alcol in casa hanno iniziato a trovare quelle scappatoie per uscire e procurarsi l'alcol di nascosto. Abbiamo avuto molte telefonate di genitori disperati che si sono trovati di fronte a un problema che non conoscevano o che avevano sottovalutato."
C'è qualche dipendenza che, invece, è diminuita? "Gli istituti scientifici hanno solo evidenziato una tendenza all'aumento e per altro c'è stato l'aumento del consumo di psicofarmaci. La Liguria è al primo posto per il consumo di antidepressivi e benzodiazepine ed è stato stimato un incremento del 4%. Quindi un numero di confezioni per 100 mila abitanti che è aumentato notevolmente."
E proprio per evidenziare questi problemi, la Asl3 ha attivato un progetto di prevenzione per i ragazzi delle scuole. Da anni Gianni Testino e gli esperti del centro alcologico dell'ospedale San Martino di Genova svolgono lezioni all'interno degli istituti scolastici per sensibilizzare i più giovani. Con la pandemia questo non è più stato possibile e così il progetto si è spostato sul web. "Il progetto "corretti stili di vita" è stato introdotto nel 2015 e ci ha permesso di stabilire un contatto con i ragazzi e di avere una speranza nel cambiamento - afferma Patrizia Balbinot oss del centro alcologico dell'ospedale San Martino - Alla luce del periodo covid abbiamo deciso di spostare il progetto sul web attraverso due format presenti nella piattaforma di Asl3 genovese. Uno per i docenti e uno per gli studenti. È il primo progetto nazionale di questo tipo e tocca tutte le tematiche di prevenzione. Gli insegannti possono in classe scegliere la tematica da trattare, le ore di prevenzione sono tante, circa nove."
"Come in tutte le tragedie si cerca di trovare degli aspetti positivi - prosegue Testino - per quanto riguarda la prevenzione pensiamo che aver spostato i nostri sforzi online sia positivo. Così tutti gli istituti e tutti i ragazzi possono essere raggiunti, quindi abbiamo dato una forma di uguaglianza a un settore che purtroppo fino ad oggi è sempre quello meno considerato."
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