Imperia, 20 sindaci scrivono a Draghi: "La pandemia non sia carestia"
di Alessandro Bacci
Gli amministratori ritengono che oltre alla salvaguardia della salute sia altresì essenziale la tutela di ogni attività economica
Dieci sindaci della provincia di Imperia (Taggia, Montalto-Carpasio, Pompeiana, Triora, Terzorio, Castellaro, Riva Ligure, Badalucco, Santo Stefano al mare e Molini di Triora), che rappresentano circa 20 mila abitanti, hanno scritto al premier Mario Draghi per manifestare le difficoltà del mondo produttivo al tempo del covid e sottolineare che i ristori sono inefficaci. "Non possiamo permetterci che alla pandemia si affianchi la carestia - si legge nella lettera - È trascorso oltre un anno da quando siamo stati travolti da questa drammatica emergenza sanitaria, tutti noi siamo stati colpiti da una crisi sociale, senza precedenti nella nostra epoca".
Nella lettera si sottolinea pure la presenza di settori in grande difficoltà, mentre misure di sostegno messe in campo "appaiono inadeguate e tardive". Proseguono i sindaci: "Crediamo anche, alla luce dei ristori assolutamente non confacenti alle necessità delle imprese danneggiate, che non si possa attendere oltre per cambiare repentinamente direzione". Gli amministratori ritengono che oltre alla salvaguardia della salute quale bene primario essenziale sia "altresì essenziale la tutela di ogni attività economica". L'appello a Draghi: "E' necessario da parte sua che si predisponga una nuova fase di contenimento del virus che aggiunga alla sfida vaccinale in atto, nuove norme di gestione delle attività economiche".
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