Genova, "Il Covid è un nemico invisibile ancora fra noi"

di Michele Varì

Il direttore della Clinica d'Igiene Icardi: "Casi aumentati da settimane. Poco più di un'influenza? Presto per dirlo, il picco a dicembre"

Video momentaneamente non disponibile.

"Il covid è un nemico invisibile che non è mai scomparso, d'estate ha colpito i giovani, ha continuato a circolare e ora l'età media si è innalzata per questo è da attenzionare in modo da bloccare sul nascere ogni potenziale focolaio o cluster".

Inizia così la lunga intervista con Giancarlo Icardi, direttore della clinica di Igiene del policlinico di Genova.

Quanti sono e quali sono i cluster in Liguria?

"I principali sono un paio, quello della Spezia che sta calando decisamente e poi quello del centro storico di Genova dove l'approccio delle tre t, tracciate, testare ed eventualmente trattare, diventa fondamentale per bloccare sul nascere i focolai"

Quella del centro storico che cluster è?

"Abbiamo una serie di casi non gravi, dove tuttavia ci sono molti contagi fra le persone che vanno isolati"

Si parla della comunità bengalese?

"Si, ma non darei una connotazione specifica, il virus non è un problema di una comunità ma di tutti, eppoi se abbiano comunità più chiusa è più facile che circoli, ma siamo tutti a rischio perché vivono nella nostra comunità"

Torniamo alla Spezia: si è capito se la colpa è della festa della promozione?

"Io dopo tanti anni di studio sulle malattie infettive ho imparato che non c'è un mai un solo colpevole. E' chiaro che nel caso della Spezia dove i contagiati sono stati alcune centinaia è difficile puntare su un soggetto, ci sono stati più episodi, la festa, ma anche altri rivoli che si sono concentrati in una zona e un periodo, appunto un epidemia"


Gli ospedalizzati: i numeri forniti puntualmente da Alisa dicono che sono in aumento da fine agosto, si parlava di 20, 30, 40, poi dal 10 settembre spiccano a oltre i cento per rimanere sempre molto alti: non era il caso di emettere un'ordinanza prima?

"L'osservazione sul numero dei casi è assolutamente corretta: ma il fatto di chiudere prima non avrebbe cambiato l'andamento della malattia, ci troviamo nella condizione in cui il 97% della popolazione è in grado di ammalarsi perchè non ha mai visto il virus"

Ma dal suo punto di vista è giusto ora fare indossare la mascherina nel centro storico e non in piazza De Ferrari?

"I valori soglia servono, se abbiamo una zona rossa perché c'è una concentrazione di casi è chiaro che l'intervento lo facciamo lì. Passare a De ferrari non è rischioso ma fermarsi in contesti ristretti come il centro storico è diverso".

La condizione del virus è cambiata dalla scorsa settimana a questa?

"Il virus è sempre lo stesso e può essere cattivo, poi i medici hanno imparato a trattare i casi e le terapie funzionano meglio. Sull'ospedalizzazione invece non è cambiato nulla rispetto a quello che c'era rispetto ad una settimana fa. Ma ogni settimana è diversa, noi potremo dire di avere sconfitto il virus quando non avrà perso forza e diventerà endemico e non epidemico, ossia sarà presente senza fare danni alla popolazione"

In terapia intensiva risultano pieni i dieci posti letto, occupati da otto covid e due ex covid ora negativi, siamo lontani dalla Fase 2?

"E' un piano previsto di chi ha la regia a livello regionale"

Siamo lontani da quel momento?

"Al momento sì, non voglio essere catastrofista ma realista senza illudere nessuno. Ma ora lo conosciamo e i cittadini hanno imparato le misure per limitare il virus.Al momento non siamo in questa fase, ma siamo in una fase di transizione. Oggi è il 2$ settembre, la stagione in cui le malattie respiratorie acute si diffondono di più nel nostro emisfero inizia il 15 ottobre e durerà sino al 15 aprile. Ma di solito il massimo di queste malattie, covid compreso, ce l'abbiamo nei mesi di dicembre e gennaio. Ora abbiamo un aumento costante dei casi ma in sintonia con quanto noi potevamo attenderci come numero di casi".

L'inizio della scuola ha fatto registrare nuovi casi?

"Dal secolo scorso sappiamo che con l'inizio della scuola possiamo aspettarci un aumento delle malattie respiratorie acute. Ma grazie all'attenzione siamo fiduciosi vista l'attenzione. Al momento solo casi sporadici come nel resto della popolazione".

Non stiamo trascurando l'influenza a forza di dedicarci al covid? Si parla di un vaccino ancora non pronto?

"Assolutamente no, la regione Liguria è stata fra le prime ad attrezzarsi e opzionare il doppio delle dosi di vaccino dell'anno scorso. Ma è una macchina di distribuzione molto complessa, nel giro di pochi giorni, dal 21 al 25 settembre, le aziende produttrici devono distribuire alle Asl mezzo milione di dosi di vaccino che poi devono essere distribuite a medici e pediatri". La vaccinazione inizierà i primi di ottobre se non sarà il 5 ottobre sarà l'8 ottobre, la stagione deve iniziare entro il 15 ottobre in modo che quando ci sarà la circolazione del virus influenzale, a novembre e dicembre, tutte le persone a rischio, anziani e soggetti fragili, chi ha ha più di 65 anni ha diritto al vaccino gratuito. Poi a partire dai sei mesi e sino ai sei anni, ma anche sino a 14 anni, come deciso dalla Liguria visto che i bambini sono veicolo del virus. La priorità sarà data ai chi ne ha più bisogno gli altri dovranno pagarsi il vaccino". "L'indice di letalità dell'influenza è intorno a 2 %, come il covid. Il vaccino ci permette di limitare i danni. In Italia muoiono per malattie correlate all'influenza ottomila persone.

Ma possiamo dire che la mortalità del covid è molto più elevata?

"Oggi non lo possiamo dire, possiamo dire che il 3 % della popolazione è venuta a contatto con il virus. I morti? Un numero importante ma non possiamo dire fra quanti malati c'è stato quel numero di decessi.

La famosa frase di Bassetti "è poco più di un'influenza", lei cosa ne pensa?

"Oggi non possiamo dire ancora oggi se il Covid è meglio o peggio"

Ma il covid ci far rimanere chiusi in casa?

"E' l'unico modo per limitarlo"

Allora l'influenza è più buona?

"Prediamo consapelvolezza che l'influenza può portare a gravi complicanze e nello stesso tempo il Covid potrebbe perdere forza e sicuramente diventare meno cattivo dell'influenza. Oggi però dopo dieci mesi non abbiamo elementi per dire se è più buona o più cattiva dell'influenza".