Genova, i coristi ucraini fuggiti dalla guerra sul palco del Carlo Felice il 25 aprile

di Anna Li Vigni

Il coro popolare accademico nazionale ucraino 'Grigory Veryovka' parteciperà alla tradizionale serata per celebrare la Liberazione. Nuova esibizione il 27 aprile

Il coro popolare accademico nazionale ucraino 'Grigory Veryovka', fuggito da Kiev il 5 aprile scorso e ora ospite a Varsavia, aprirà a Genova la sua tournée italiana con due concerti al Teatro Carlo Felice il 25 e 27 aprile.

Il programma è stato presentato dal presidente della Regione Liguria Giovanni Toti, l'assessore regionale alla Cultura Ilaria Cavo, il vice sindaco di Genova Massimo Nicolò, il presidente dell'Ilsrec Mino Ronzitti, il sovrintendente del Teatro Carlo Felice Claudio Orazi e il cappellano della comunità ucraina ligure Padre Vitaly Tarasenko.

Regione Liguria, in un'iniziativa coordinata dall'assessorato alla Cultura, ha accolto la proposta dell'associazione 'Pokrova' di ospitare il coro che porterà gli artisti a esibirsi in eventi benefici in diverse tappe italiane.

All'evento, con il concerto aperto alla cittadinanza e fissato per mercoledì 27 aprile alle 19.45 al Teatro Carlo Felice, ha aderito oltre che il Comune di Genova anche l'Istituto Ligure per la Storia della Resistenza e dell'Età Contemporanea.

Ci sarà un'anteprima il 25 aprile alle ore 19.45, nell'ambito del concerto tradizionale organizzato dal teatro per festeggiare il giorno della Liberazione. In quell'occasione il coro 'National Ukrainian Folk Ensemble Veryovka' si esibirà in un canto di liberazione e nell'inno nazionale ucraino.

L'intera iniziativa rientra nelle celebrazioni per il 77° anniversario della liberazione d'Italia dal nazifascismo.

"Regione Liguria è felice di poter offrire il proprio sostegno a un'iniziativa che si pone l'obiettivo di richiamare l'attenzione su quella democrazia e libertà che dovrebbero appartenere ad ogni popolo", commenta Toti.

"Si tratta di una presenza dall'alto valore simbolico ed artistico - dichiara Nicolò - che intende ribadire la nostra vicinanza a un popolo che sta vivendo un profondo dramma".