Garibaldi internazionalista dalla pace alla libertà con Enzo Baldini
di Giulia Cassini
La conferenza online nel giorno del 160esimo anniversario della Spedizione dei Mille
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Nel giorno dei festeggiamenti per il centosessantesimo anniversario della Spedizione dei Mille il noto studioso Enzo Baldini, già docente all’Università di Torino e presidente genovese dell’Associazione Nazionale Veterani e Reduci Garibaldini, ha tenuto sul web per il Comune di Genova una interessante conferenza intitolata “Garibaldi per la pace e la libertà”. Leggendaria la sua impresa con la partenza nella notte da Quarto tra il 5 e il 6 maggio 1860, cui seguì l’incontro con Vittorio Emanuele a Teano il 26 ottobre 1860 a suggellare la liberazione del Sud.
Non è tutto: Garibaldi nacque e morì internazionalista. Dal 1859 in poi maturò il sogno di una Europa confederata con attori protagonisti oltre all’Italia Gran Bretagna, Francia, Svizzera, ma anche Belgio e Spagna. “Non sorprende quindi l’entusiasmo con cui fu accolto a Ginevra nel 1867 come presidente onorario dell’importante Congresso internazionale per la Pace -spiega il professor Enzo Baldini- il primo di carattere politico, anche perché la 'pace' vi fu collegata con la 'libertà' e col progetto di Stati Uniti d’Europa, un progetto peraltro già ribadito da Garibaldi nel suo Memorandum alle potenze d’Europa dell’ottobre 1860 al termine dell’impresa dei Mille. Nel 1871 Garibaldi corse in aiuto della neonata Repubblica francese contro i Prussiani ed ebbe come aiutante di campo lo scultore alsaziano Frédéric Auguste Bartholdi, che, da controllore imposto dall’alto, si trasformò in suo entusiasta sostenitore e seguace. Sarà proprio Bartholdi (che aveva in comune con Garibaldi il pacifismo e il cosmopolitismo ribaditi da Saint-Simon e dai suoi seguaci) a progettare e realizzare (a partire dal 1875) la Statua della libertà, dono della Francia agli Stati Uniti. Ed è molto probabile che nella fiaccola, sollevata tanto in alto per illuminare il mondo di libertà, ci sia anche la presenza degli ideali di Garibaldi”.
Il Comune di Genova del resto “Solo tre giorni dopo la morte di Garibaldi -conclude il professor Baldini- decise il 5 giugno 1882 di intestargli la strada più prestigiosa della città, la “Via Larga”, e di fargli erigere ben due monumenti: quello equestre nella simbolica Piazza de Ferrari e quello dello scoglio di Quarto da dove erano partiti i Mille”.
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