Restando a casa, il toccante brano di Enrico Peyretti
di Giulia Cassini
La storia di un padre che nel 2050 racconta al figlio il coronavirus
Enrico Peyretti ha 37 anni e da circa 20 anni, cioè da quando non era ancora maggiorenne, ha una viscerale passione per la musica diventata quasi subito una professione dal pianobar ai locali alle orchestre sino alle feste di piazza in cui sente tutto il calore del suo pubblico.
"Quest'estate è stata molto impegnativa, su tanti palchi con la musica italiana degli anni Sessanta e Settanta nel cuore e tra le mani" dice l'artista ricordando brani che hanno fatto la storia delle sette note come quelli dei Pooh , dei New Trolls, de I Santo California.
Ora si confronta con il fermo con il coronavirus e lo fa con un brano non banale che comporta un balzo nel tempo. "Quando un amico, Luciano Bianchini che poi si è occupato degli arrangiamenti, mi ha spronato a fare una creazione sulla pandemia ero dubbioso anche perché Facchinetti era appena uscito con Rinascerò, Rinascerai e mi sentivo in linea con quanto già detto, e con tante voci che si erano già espresse, poi ho provato a tirar fuori il mio pensiero con umiltà e determinazione unitamente alla creatività".
E' scaturita la storia di un padre che nel 2050 deve raccontare a suo figlio i nostri giorni, il tutto pensato...Restando a casa. Il brano si può ascoltare cliccando qui.
Da un orologio all'inizio del video al ricordo del nonno indicando il cielo fino a una vena polemica sul finire del brano, dove ipotizza che anche tra 30 anni non si saprà mai la verità sull'origine e sugli sviluppi del virus, gli ingredienti per un buon riscontro ci sono tutti, tanto che nella prima settimana ha superato le 5000 visualizzazioni sul canale YouTube dedicato e continua a salire.
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