Achille Lauro, la collezione di stili che si ama o si odia

di Giulia Cassini

1 min, 36 sec

Gli "effetti speciali" del cantante che ha puntato il tutto per tutto

Achille Lauro, la collezione di stili che si ama o si odia

Con Achille Lauro ogni sera è una sorpresa e, in generale, o si ama o si odia. Lui probabilmente risponderebbe "Me ne frego" (come la canzone in gara), avendo anche già seminato parecchi indizi su Instagram nei giorni scorsi.  Dalle muse ispiratrici della storia sino alle lacrime che piovono dal cielo fino al messaggio "Questa notte- si legge sul social- morirò per il mio popolo in nome della libertà per tutti". Dopo aver interpretato il San Francesco di Giotto, Ziggy Stardust e La Divina Marchesa Luisa Casati, l’artista si è immedesimato nei panni di Elisabetta I Tudor.

In questo caso su Instagram ha postato: “Elisabetta I Tudor, vergine sposa della patria, del popolo, dell’arte e difensore della libertà. Che Dio ci benedica”. Alla finalissima si è presentato infatti in versione "regale" con  gorgiera, viso truccato ed ornato da tantissime perle,  ma con fare decisamente punk. A un certo punto si è tolto la sovrastruttura che tipicamente sorreggeva l'ampia gonna mostrando uno stile di derivazione Settanta. Terminato il brano in gara Fiorello ha voluto scattare una foto con lui. 

Per alcuni è sinonimo di "Show, cultura e vita", mentre altri sottolineano il lato commerciale delle proposte, altri ancora azzardano il paragone con cantanti di rottura del passato, anche con Patty Pravo, mentre gli intenditori ricordano Leonor Fini ed Enrico Colombotto Rosso. In generale le sue proposte teatrali sono state tutte simbolo di rottura o di libertà  oppure di trasformazione.

L'intento dichiarato era quello della sublimazione dei personaggi attraverso l'arte, in una sorta di installazione in movimento.  Enzo Miccio ha dichiarato: "Lauro mi ha lasciato senza parole all'inizio, bravo, veramente bravo. E' lui che ha fatto la vera rivoluzione quest'anno". Quel che è certo è che Lauro si è posizionato "Oltre il maschile e il femminile, oltre gli schemi omologanti di una sessualità politicamente corretta".