2019, in Liguria 1650 nuove diagnosi di tumore al seno
di Redazione
Speranza da nuove terapie mirate. A Genova i risultati di un congresso americano
Nel 2019, in Liguria, sono stati stimati 1.650 nuovi casi di tumore della mammella. È la seconda neoplasia più frequente nella Regione nella popolazione generale e si colloca dopo il cancro del colon-retto (1.750) e prima del carcinoma polmonare (1.550). L’87% delle pazienti (sia in Italia che in Liguria) è vivo a 5 anni dalla diagnosi, percentuale che supera il 90% quando la malattia è scoperta negli stadi iniziali.
“Nonostante l’elevata percentuale di guarigione, essendo il tumore più frequentemente diagnosticato in Italia in tutta la popolazione – dichiara il prof. Antonio Uccelli, Direttore Scientifico IRCCS Ospedale Policlinico San Martino –, è importante l’impegno di tutti gli Istituti in termini di ricerca clinica per migliorare ulteriormente questi risultati. In particolare nell’ospedale San Martino, ogni anno oltre 2.000 pazienti entrano a far parte di sperimentazioni cliniche, contribuendo in tal modo al miglioramento delle conoscenze e degli standard di trattamento”.
Nonostante questi importanti risultati, circa il 10% delle nuove diagnosi avviene già in fase metastatica. “In questi casi, un tempo, vi erano poche opzioni, oggi grazie alla ricerca non è più così – spiega la prof.ssa Lucia Del Mastro, Responsabile della Breast Unit dell’IRCCS Ospedale Policlinico San Martino -. Il carcinoma mammario metastatico infatti è una malattia che, in molti casi, è possibile mantenere sotto controllo per periodi molto lunghi, risultati impensabili solo un decennio fa. Oggi abbiamo diverse armi a disposizione, dalla chemioterapia all’ormonoterapia alle molecole a bersaglio molecolare fino all’immunoterapia”. Proprio alle terapie innovative contro il carcinoma mammario è dedicato il convegno nazionale Back from San Antonio, apertosi venerdì a Genova con l’obiettivo di approfondire le novità emerse durante il congresso internazionale sul tumore della mammella che si svolge ogni anno negli Stati Uniti (Texas).
“In alcuni tipi di tumore della mammella (15-20%) una proteina, HER2, è presente in quantità eccessiva, causando così una crescita rapida e incontrollata delle cellule malate – afferma la prof.ssa Del Mastro -. Dal punto di vista biologico, è una delle forme più aggressive e, in passato, non essendoci armi disponibili, queste pazienti presentavano la prognosi peggiore. Oggi invece, grazie a terapie mirate che bloccano il recettore HER2, è cambiato radicalmente il decorso clinico”.
La sopravvivenza mediana globale della malattia metastatica in Italia (per le donne trattate dal 2004 al 2012) supera i 4 anni. Al Congresso di San Antonio sono stati presentati tre importanti studi che riguardano proprio le forme HER2 positive e che sono verosimilmente destinati a determinare un ulteriore miglioramento della prognosi delle pazienti HER2 positive.
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