Violenza nei luoghi di lavoro, presidi in Liguria: sanità e parità di genere al centro della protesta

di Emilie Lara Mougenot

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Manifestazioni davanti al Galliera per denunciare le aggressioni al personale sanitario e le disuguaglianze che penalizzano le lavoratrici

Presidi in tutta la Liguria per denunciare la violenza nei luoghi di lavoro e la disparità di genere. Nella vigilia della Giornata internazionale della Donna, i sindacati della Uil hanno organizzato manifestazioni davanti agli ospedali di Genova, La Spezia, Savona e Imperia per richiamare l’attenzione su due emergenze: le aggressioni al personale sanitario e il divario retributivo tra uomini e donne. “Non si può accettare che chi lavora in corsia sia costantemente esposto a minacce e violenze,” ha dichiarato Riccardo Serri, rappresentante della Uil Liguria.

Disparità – “Le donne sono la parte più debole del Paese, sul lavoro e negli ospedali,” ha dichiarato Marco Callegari, segretario regionale della UIL. Secondo Callegari, il divario salariale tra uomini e donne resta una delle principali criticità del mercato del lavoro. Le lavoratrici continuano a percepire stipendi inferiori a quelli dei colleghi uomini, una disparità che incide non solo sul presente ma anche sulle prospettive future, come pensioni più basse e minore indipendenza economica.

Sicurezza nei presidi sanitari – L’attenzione si è poi concentrata sulle aggressioni nei pronto soccorso, un fenomeno in crescita che vede le donne tra le vittime più frequenti. “Non è accettabile che in strutture come quella della Spezia vengano ridotte le unità operative,” ha sottolineato Callegari. Il sindacato chiede un rafforzamento immediato del personale e maggiori tutele per chi lavora in ambienti ad alto rischio.

Sanità sotto attacco – Ma da cosa nasce questa tensione? Attese infinite, reparti sovraffollati, carenza di personale: una miscela esplosiva che trasforma i pronto soccorso in trincee. Infermieri e medici, soprattutto donne, sono spesso vittime di episodi di violenza che mettono a rischio la loro sicurezza. “Abbiamo scelto di manifestare davanti agli ospedali proprio per sottolineare questa emergenza,” ha spiegato Riccardo Serri, rappresentante della Uil Liguria., sottolineando come il problema riguardi tutta la regione.

Non stare in silenzio - “Un paziente mi ha strattonata e mi ha rotto un dito. Pochi mesi dopo, una collega è stata presa a calci e pugni. Ogni giorno entriamo in ospedale per aiutare, ma sempre più spesso ci troviamo a difenderci”. Questa è l'esperienza di Gilda Partolongo, infiermiera dell'ospedale Galliera. C’è un messaggio che i sanitari vogliono far passare forte e chiaro: la violenza non deve essere normalizzata. “Chi subisce un’aggressione deve denunciare, non deve sentirsi solo”, dicono. E alle istituzioni chiedono interventi concreti: più sicurezza, più personale, più rispetto. Perché chi salva vite merita di lavorare senza paura .La richiesta principale è chiara: più tutela per chi lavora negli ospedali. Da tempo i sindacati chiedono l’istituzione di presidi fissi di polizia nei pronto soccorso per garantire un ambiente più sicuro. “Dieci anni fa questo tema non era nemmeno considerato, oggi finalmente si inizia a parlarne anche a livello mediatico”, ha sottolineato la lavoratrice. Tuttavia, la percezione è che si tratti ancora di un problema sommerso, spesso taciuto dagli stessi operatori per paura o rassegnazione.

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