Ventimiglia, Luca: "Così il fango ha inghiottito il mio market"
di Redazione
Storie di negozianti e di cittadini disperati si intrecciano a quelle degli angeli del fango, ragazzi, ma anche il presidente del consiglio regionale
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"Non volevamo rimanere con le mani in mano".
E' questa la frase che risuona di più tra le strade ancora coperte di fango di Ventimiglia, oggi popolate da una gran quantità di angeli del fango arrivati da ogni parte della provincia, ma anche da altre parti.
Tra di loro studenti, lavoratori e anche pensionati. Gran parte del lavoro è stato fatto, oggi Ventimiglia appare più pulita, ma di fango ce n'è ancora tanto, nelle cantine, nei fondi dei palazzi. Per questo l'assessore ai Servzi Sociali ha rinnovato l'invito a chi può di venire nella piazza del Comune ad aggiungere il proprio nome nella lista dei volontari.
Fra i negozianti più avviliti Luca Vescovi, giovane imprenditore che nella notte dell'esondazione ha perso il suo supermercato e forse anche i suoi sogni: si agita nel suo grande negozio sino a venerdì pieno di merce e di vita, ora un luogo freddo, uno scheletro pieno di scaffali inutili. Luca si muove in modo frenetico fra il negozio e l'esterno dove in tanti cercano di ripulire il locale anche se il suo pensiero è già rivolto al domani, "L'onda è arrivata qua... penso non riapriremo più perchè non abbiamo nè le possibililità nè i mezzi, l'assicurazione non ci paga i danni, adesso speriamo nella Regione Liguria, ma anche lì si parla chissà di quando, abbiamo lasciato i dodici dipendenti in cassa integrazione, in qualche modo faremo. Fra attrezzature e merce ho subito un danno da centinaia di migliaia di euro". Poi aggiunge: "Adesso cerchiamo di pulire, poi la settimana prossima vedremo cosa fare. Ventimiglia ci è vicina. Non ce la possiamo neppure prendercela con qualcuno, con il fiume, ma il fiume non ha colpa.
Io quando è successo ero qua, ero arrivato con mio papà perchè abitando da un'altra parte quando abbiamo visto il fiume grosso volevamo controllare il negozio. Quando siamo arrivati erano le dieci e mezza o le undici, c'erano cinque centimetri d'acqua, siamo entrati per provare a salvare la roba bassa, però dopo un quarto d'ora un poliziotto (il negozio è dietro il commissariato di polizia ndr) ci ha gridato di uscire perchè era crollata la passerella. E appena usciti è arrivata un'onda devastante, andrà bene, andrà tutto bene, come dicono, ma non è ancora finito il 2020".
Nel negozio desolatamente vuoto c'è la mamma di Luca, mascherina in viso, straccio in mano: la donna ci mostra gli scaffali vuoti, il reparto dove un tempo c'era la gastronomia, i vetri delle vetrinette scoppiati, "è saltata anche la tazza del gabinetto, pensi, la forza dell'acqua l'ha sbullonata".
Fra gli ageli del fango anche un volto noto, un politico, Alessandro Piana, imperiese presidente del consiglio regionale della Liguria: "Sono qui per dare una mano agli amici di Ventimiglia, per liberare i locali dal fango, prima si riparte meglio è. Per avere una stima dei danni ci vorrà una decina di giorni. La prima stima approssimativa ammonta a 230 milioni di euro, perchè abbiano danni alle infrastrutture, a strade, ponti e soprattutto a Ventimiglia che è davvero il cuore commerciale della nostra provincia: ci sono più di quattrocento negozi, esercenti che sono in ginocchio perchè si erano appena tirati su dopo il lock down della primavera, oggi si sono ritrovati di nuovo in questo incubo. Ma noi come regione Liguria siamo già stati messi a dura prova più di una volta dimostrando di sapere dare delle risposte concrete"
Sulle cause dell'esondazione Piana spiega: "Bisogna vedere se le dighe a monte di Ventimiglia sono state aperte e quando sono state aperte. Ciò non toglie che l'evento atmosferico è stato eccezionale, avevamo un vento di libeccio che ingrossava il mare e non permetteva ai fiumi di defluire. Dispiace perchè ieri sono state trovate cinque vittime sulle spiagge, speriamo di non trovarne altre".
L'assessore ai servizi sociali di Ventimiglia ha detto che forse occorrerebbe più dialogo fra Ventimiglia e aldilà del confine...
Piana rispode così: "Il problema con la Francia è ben noto, a partire dai migranti, ben vengano i francesi che sono nostri fratelli e portano economia, però dal punto di vista delle amministrazioni ha ragione l'assessore: manca il dialogo",
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