Skymetro, metro o tram? Il Comitato della Val Bisagno chiede un confronto tra istituzioni e cittadini interessati
di Stefano Rissetto
Nell'imminenza dell'incontro tra la sindaca Salis e il ministro Salvini sul tema dei fondi vincolati
I cittadini della Val Bisagno attendono il viaggio della sindaca Silvia Salis a Roma per incontrare il ministro Salvini. Come trapelato, la Salis potrebbe proporre come alternativa allo skymetro un prolungamento sotterraneo della metropolitana verso la Val Bisagno. Ma il Comitato della Val Bisagno "Sì tram - Un tram per Genova" mette in guardia: “Anche se la riteniamo una speranza vana, auspichiamo che l'incontro tra la Sindaca e il Ministro sia fatto per il reale interesse della città... senza alcun vincolo sulla tipologia di vettore”.
Il Comitato teme che l’operazione possa essere una mossa politica per salvare il finanziamento esistente, pur sapendo che lo skymetro – nella versione attuale in sopraelevata – non è cantierabile. “Potrebbe trattarsi di un modo per ottenere un ‘no’ dal Ministro, così da far credere che non è responsabilità della Sindaca se Genova perde i fondi”, si legge nel comunicato firmato dal portavoce Rinaldo Mazzoni.
Ma quali sarebbero i problemi di una metropolitana in sotterranea? Il Comitato elenca sette criticità, tra cui:
Costi proibitivi: “Almeno 120 milioni di euro al chilometro – si legge –. Con questi fondi si arriverebbe solo a Piazzale Parenzo, lasciando fuori San Gottardo, Molassana, Struppa e Prato”.
Tempi di realizzazione lunghi: “Almeno dieci anni, nel frattempo si va avanti coi bus”.
Rischi geologici: “Scavare sotto San Fruttuoso è un’incognita. Basta ricordare i ritardi con la talpa dello scolmatore”.
Ma il punto più critico per il Comitato resta l’assenza di confronto pubblico. “Saremmo sempre in presenza di una soluzione calata dall’alto, mai discussa e confrontata con i cittadini”, accusano.
Il Comitato rilancia invece la proposta di realizzare una rete di tram, partendo proprio dalla Val Bisagno: “Il modo più efficiente ed efficace per utilizzare questi soldi è realizzare in Val Bisagno la prima linea di tram!”.
Un’opzione che, secondo i promotori, garantirebbe tempi più brevi, minori costi e un maggiore impatto sulla qualità urbana: “Si tralasciano aspetti non secondari relativi al recupero della città, alla conservazione del territorio, alla socialità, che si porta dietro il tram”.
La richiesta è chiara: aprire un vero processo partecipato e non decidere tra Roma e Tursi senza coinvolgere chi la valle la vive ogni giorno. “Vorremmo che non si negasse la possibilità di esplorare anche questa soluzione”, conclude il comunicato.
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