Referendum giustizia: tra tutela dei diritti individuali e equilibrio dei poteri dello Stato, la posizione di Forza Italia Liguria
di Redazione
Verso la consultazione popolare sulla riforma costituzionale della separazione delle carriere
Alla vigilia della battaglia referendaria sulla giustizia, Forza Italia rilancia i temi fondanti della propria identità politica: il garantismo penale e il garantismo istituzionale. A ribadirlo è Giovanni Beverini, capo del dipartimento Giustizia di Forza Italia Liguria, intervenuto nel dibattito sul ruolo della riforma della separazione delle carriere e sull’equilibrio tra i poteri dello Stato, richiamando le radici storiche del partito fondato da Silvio Berlusconi.
Per Beverini, "per comprendere il significato che questa battaglia referendaria riveste per Forza Italia occorre tornare indietro nel tempo", fino alla nascita del partito "nella notte del giustizialismo della Repubblica", quando il crollo dei tradizionali partiti di ispirazione liberal-democratica lasciò il Paese esposto, a suo giudizio, a una deriva populista e massimalista. In quel contesto, Forza Italia seppe dare voce "alle istanze liberali e garantiste rimaste senza rappresentanza, in uno Stato divenuto ostaggio del populismo giudiziario".
Il riferimento è alla stagione di Mani Pulite, che – come sottolinea Beverini – "ha certamente sollevato il velo su contraddizioni e responsabilità di una parte della classe politica", ma che ha anche prodotto "un clima giacobino e vittime che imponevano una riflessione profonda sulla funzione del diritto penale e sul ruolo della magistratura".
Da qui prende forma il concetto di garantismo penale, inteso come tutela delle libertà individuali e difesa del cittadino dagli abusi del potere punitivo dello Stato. "Per trent’anni – ha ricordato Beverini – l’azione politica di Forza Italia è stata orientata alla ricerca di un equilibrio difficile ma irrinunciabile tra difesa sociale e diritti del singolo". Un’impostazione che ha segnato l’intera esperienza politica di Berlusconi, contrapponendosi a una cultura giustizialista che, secondo l’esponente azzurro, ha spesso prosperato sulla demonizzazione dell’avversario politico.
Nel mirino anche il ricorso al cosiddetto “panpenalismo”, ovvero l’inasprimento delle pene e l’estensione dei reati come strumento di facile consenso. "L’illusione – ha spiegato Beverini – che più divieti e più castighi possano risolvere i problemi sociali è una scorciatoia pericolosa, che ha contribuito a rafforzare in modo sproporzionato il potere giudiziario".
Ed è proprio su questo punto che entra in gioco il garantismo istituzionale. Secondo Beverini, oggi "tra i poteri costituzionali dello Stato esiste un marcato squilibrio a favore della magistratura", frutto anche di una rinuncia della politica al proprio ruolo di governo della società. "La lotta alla criminalità e la risposta alle emergenze collettive – ha affermato – devono essere guidate dall’azione di governo, non delegate ai tribunali".
In questo scenario si colloca la riforma della separazione delle carriere tra magistratura giudicante e requirente, insieme al referendum confermativo. Per Forza Italia, la legge costituzionale rappresenta "la chiave di volta per riportare il processo penale italiano nell’alveo della cultura giuridica liberale". Beverini è netto: "Un sistema in cui chi giudica è collega, a tutti gli effetti, di chi accusa è un unicum nelle democrazie occidentali. Negarlo significa essere in malafede".
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