Vittorio Sgarbi : “La polemica Bizzarri? Partiamo da Banksy…”
di Giulia Cassini
Il critico d'arte pressato sulla gestione di Palazzo Ducale parla delle mostre da Paganini Rockstar ai "5 minuti con Monet"
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Vittorio Sgarbi è a Genova domenica 5 luglio in un tour di ricognizione artistica, come si è affezionato a fare soprattutto nella Superba, con in mente una chiara progettualità e diverse sorprese. Non stupisce che, visto a Palazzo Ducale, di ritorno dalla visita alle famose ninfee “5 minuti con Monet” venisse letteralmente fermato dai curiosi e dai media anche per sapere la sua sulla cosiddetta “Polemica Comune- Bizzarri”.
“Non so, credo che le Ninfee di Monet in mostra si vedano per cinque minuti a tu per tu per le leggi in ottemperanza al coronavirus non per Bizzarrri, mi sembra inutile parlare di questo. Poi se avete sentito le dichiarazioni di Alberto Zangrillo sul Corriere e in tv gli indicatori sono tutti favorevoli, su questo sapete già come la penso”. Zangrillo, prorettore dell'Università Vita e Salute del San Raffaele di Milano, infatti ha detto altresì che “Il Paese è malato di disperazione” evidenziando disinformazione e una capacità replicativa del virus pressochè in esaurimento.
Coronavirus a parte, gli interrogativi dei media sono sulla gestione di Bizzarri: favorevole o contrario? “Io non sono venuto in molte occasioni per le mostre sotto l'egida di Bizzarri al Ducale. Devo dire che abbiamo dialogato con la direzione del museo per far venire la mostra di Banksy a Ferrara. L’abbiamo ampliata, rivista, allargata e ha avuto successo. E’ singolare che abbia avuto un riscontro più forte a Palazzo dei Diamanti che a Genova, però l’idea era giusta. Tornando indietro nel tempo la mostra degli Anni Venti era importante, la dicitura non so cosa evochi nel largo pubblico, penso però che le polemiche vengano dalla mostra di Paganini… Mi sembra che Bizzarri non sia giudicabile per cose sbagliate, forse poteva avere una pressione, una capacità di attrazione più forte, questo non lo posso dire se non come persona che viene a Genova e vede dei segnali. Io devo ammettere che nutro simpatia per Bizzarri non ho mai polemizzato con lui, anche se io ero al ballottaggio quando mi chiesero per l’eventuale presidenza. Ai tempi in cui lavorava al Palazzo l’architetto Oliva avevo la percezione che fosse un luogo davvero primario e unico per le esposizioni, più importante, e un tempo lo è stato: si veniva a Genova per mostre fortemente attrattive”.
Quali motivazioni allora nella nomina? “Per Bizzarri si può dire che si siano orientati su una figura intelligente, popolare, brillante, non lo si può giudicare sotto il profilo tecnico perché non è un tecnico”. Lei cosa avrebbe fatto in quel ruolo? “Io ho diversi incarichi gratuiti (li elenca, ndr), mentre i 5 Stelle cercano di tagliare gli stipendi diciamo che potrei garantire con la totale gratuità la mia presidenza sul profilo tecnico. Tra l’altro sono presidente della Fondazione Canova, la mia personalità è più connessa al mondo dall’arte e abbrevia i tempi, dà proposte più ampie, però non c’ è niente biasimabile in quello che ha fatto Bizzarri. Per Monet ha portato un autore universale e ha fatto una cosa giusta”.
A chi ancora gli chiede cosa avrebbe migliorato ad esempio suggerisce oltre ad altre assonanze pittoriche da paragonare, che avrebbe preferito la musica di Ravel e di Debussy alla lettura didascalica abbinata nella sala o che non commenta la moda degli architetti sulle scritte di sbieco e così via… Vittorio Sgarbi anche quando “viene in pace” è un fiume in piena, tra nuove proposte e tante illuminazioni.
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