Sanità, Cgil in Consiglio Regionale: dagli spalti il grido "Vergogna, vergogna!"
di Marco Innocenti
Contestazione in aula e davanti a via Fieschi, nel mirino la gestione della sanità in Liguria
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In vista del Consiglio Regionale straordinario sul tema della sanità, convocato per oggi, fuori dalla sede dell'assemblea si è radunato un folto gruppo di manifestanti, sotto le bandiere della Cgil. L'obiettivo è quello di far sentire la propria voce sui problemi legati alla gestione della sanità in Liguria. Per ascoltare le loro richieste, una rappresentanza potrebbe anche essere ammessa a parlare in aula ma prima servirà l'ok da parte della conferenza dei capigruppo.
Intanto, anche per alleggerire la tensione che si stava accumulando fuori dalle porte, gran parte dei manifestanti è stata fatta entrare ad assistere al dibattito in aula. E non c'è voluto molto perché la protesta si trasferisse all'interno dell'aula. Qui il clima si è scaldato ulteriormente con un cittadino che si è sfogato apertamente al grido di "Vergogna! Vergogna!".
In un comunicato la Cgil fa sapere che: "Siamo qui oggi perché vogliamo ascoltare e vogliamo capire. La sanità in liguria è fatta di disagi nelle corsie e di code ai Pronto Soccorso nonostante la professionalità del personale pubblico che lavora in strutture sempre più fatiscenti. Le liste d’attesa si allungano e cresce il numero di quelli che vanno a farsi curare fuori regione. Ogni giorno i cittadini incontrano una sanità molto diversa da quella che racconta la giunta regionale. Abbiamo più volte chiesto all’assessore Viale di aprire un confronto con le OO.SS. per discutere quello che non va, ma non abbiamo mai ricevuto risposta. Il Piano Sanitario Regionale sarebbe anche ben fatto ma in questi 3 anni non è stato fatto niente di quello che c’è scritto. Niente sulla riorganizzazione della rete ospedaliera, niente sulle strutture territoriali. L’unica cosa che è stata fatta è Alisa, la 6° Asl che si somma alle altre 5 che restano. Si aumentano i costi di gestione, si decide tutto a livello regionale senza nessun confronto e senza nessun controllo e intanto i distretti vengono svuotati e i servizi territoriali depotenziati. L’Assessore Viale ci ha raccontato la favola che i liguri hanno diritto ad avere l’ospedale vicino a casa e ha promesso l’apertura di nuovi ospedali e di nuovi Pronto Soccorso. La verità è che è tutto fermo e gli ospedali pubblici senza investimenti vanno in malora e cadono a pezzi. La ricetta è quella delle privatizzazioni ma anche quelle sono ferme. Sono ferme perché la Regione non fa il suo mestiere. Non c’è programmazione e se arrivano i privati senza controllo pubblico il pericolo è che cresca anche la domanda e la spesa vada fuori controllo. Quello che sta succedendo agli Erzelli ha dell’incredibile. Si fa un project financing su un’area acquisita dalla Regione con soldi pubblici. Non si presenta nessuno e allora Alisa chiama i privati per farsi dire cosa vogliono per partecipare. Dove si andrà a finire è molto chiaro: siccome in sanità le privatizzazioni si fanno con i soldi pubblici il rischio è che per fare gli Erzelli non ci siano più i soldi per fare tutto il resto a partire dalle case della salute. E invece con una popolazione anziana con il 30% di ultrasessantacinquenni e qualcosa come 600.000 cronici, abbiamo bisogno di strutture territoriali che siano in grado di prendere in carico i malati cronici, e li accompagnino nei loro percorsi di cura.E così facendo migliorino la loro qualità della vita, diminuendo le liste d’attesa e alleggerendo la pressione sui Pronto soccorso. Purtroppo di tutto questo non c’è traccia.Mentre aspettiamo i privati il pubblico viene lasciato andare in malora come succede al S. Andrea della Spezia. E poi alla Spezia c’è lo scandalo del Felettino: 3 anni persi dietro una variante per ricominciare tutto da capo e il rischio è che se e quando si farà il nuovo ospedale sarà un ospedale privato. È in atto un’operazione sistematica per smantellare la sanità pubblica infatti per indebolire il pubblico non si fanno neanche le assunzioni.La spesa per il personale è di 122 milioni sotto al tetto fissato dal blocco del turnover. E poi qui dentro ci sta lo scandalo dei 158 oss della Spezia. Un servizio che viene finalmente internalizzato, ma non possono essere le lavoratrici a pagare dopo 15 anni che con il loro lavoro hanno garantito il servizio. Ci vogliono garanzie reali perché le lavoratrici non perdano il posto di lavoro e possano continuare a lavorare al loro posto.Che le cose siano messe molto peggio di quello che ci racconta la Regione ce lo dice la Corte dei Conti che scrive che “la sanità ligure spende troppo per garantire una qualità medio bassa”.Non a caso la mobilità fuori regione in un solo anno è quasi raddoppiata passando da 34 a 54 milioni di euro. Chiediamo alla Regione di cambiare prima che sia troppo tardi.Bisogna cambiare prima che finiscano i soldi.Bisogna cambiare prima che la sanità pubblica venga definitivamente sfasciata".
"Sono passati 4 anni e mezzo - ha attaccato il capogruppo Pd Giovanni Lunardon aprendo il dibattito - Dovete assumervi le vostre responsabilità: il piano sanitario che avete sbandierato anni fa è fallito e per questo abbiamo chiesto di convocare questo consiglio straordinario. Della vostra scelta dovrete rispondere ai liguri: avete provato a tenere tutto com'era in apparenza, per poi tagliare la sanità pubblica ligure, non facendo i concorsi, non assumendo i medici che servono e soprattutto tagliando 1700 operatori della sanità in dieci anni, due terzi dei quali tagliati negli ultimi due anni e mezzo. La grande promessa di ricostruire una grande rete ospedaliera in questa regione, è fallita miseramente. Sappiamo tutti com'è andata a finire la gara degli Erzelli e sappiamo anche qual è lo stato dell'altro grande ospedale della regione, quello dell'imperiese. Chi governava prima non è immune da colpe, abbiamo commesso gravi errori sennò non avremmo perso le elezioni ma voi continuate a inaugurare le Case della Salute del precedente ciclo amministrativo. Non c'è un nuovo progetto di Casa della Salute all'orizzonte mentre il precedente ciclo amministrativo ne aveva messo in cantiere dieci. Il pareggio di bilancio nel 2020 è stata poi l'ennesima promessa non mantenuta".
"Noi vorremmo capire come si va avanti da qui alla fine di questa legislatura - ha proseguito Lunardon - Preso atto di questo fallimento, siamo ancora in tempo per prendere atto del fallimento di Alisa che doveva essere il perno del sistema ma è l'elemento di debolezza. Dobbiamo riaprire il dialogo con i sindacati e capire che i privati ben vengano quando aiutano il pubblico ma la sanità ligure deve tornare al centro del dibattito delle istituzioni".
A stravolgere il normale ordine dei lavori, arriva l'intervento di uno dei manifestanti dagli spalti che chiede l'invito a parlare in aula dei rappresentanti sindacali, prima degli interventi dei consigliere iscritti a parlare. Prima di ciò, però, il presidente, alle 11.20, sospende momentaneamente il consiglio.
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