Sanità in crisi, protesta dei pronto soccorso di Genova: incontro in Prefettura
di Emilie Lara Mougenot
Lavoratori in agitazione per carenze di organico, turni insostenibili e sicurezza. Se non arriveranno risposte, possibile sciopero
Per chi ha poco tempo
1️⃣ Sindacati e istituzioni si sono confrontati sulla crisi della sanità ligure
2️⃣ Accolte alcune richieste, tra cui tavoli permanenti su sicurezza e organici
3️⃣ Stato di agitazione confermato in attesa di misure concrete
La notizia nel dettaglio
Infermieri in piazza con pettorine rosse e maschere bianche per denunciare le condizioni critiche dei pronto soccorso genovesi, con una carenza di personale quantificata in almeno 270 unità. “Se la politica taglia i bilanci, blocca anche le assunzioni”, ha denunciato Luca Infantino (Cgil), mentre Marco Vannucci (Uil) ha sottolineato la necessità di un’integrazione tra ospedali e territorio per ridurre l’afflusso ai pronto soccorso. Anche Armando Sanna, presente durante il presidio per solidarietà ai lavoratori, evidenzia il problema: “La vera emergenza è che il sistema non esiste più. La carenza di personale e i turni massacranti stanno esasperando tutto il sistema sanitario. Bisogna rafforzare la medicina territoriale per alleggerire la pressione sui pronto soccorso.”
Incontro – Il confronto tra sindacati, istituzioni e direttori generali della sanità ligure si è protratto a lungo, con un primo riconoscimento delle problematiche sollevate dai lavoratori del pronto soccorso. Tuttavia, il segretario della Cgil Funzione Pubblica di Genova, Luca Infantino, ha chiarito che lo stato di agitazione non verrà interrotto: “Scontiamo anni di richieste inevase, servono fatti concreti”.
Carenza di personale – Secondo Luca Infantino, la situazione è insostenibile: “Mancano almeno 270 infermieri da assumere subito nell’area metropolitana. C’è un concorso attivo, ma i tagli del 2% ai bilanci aziendali bloccano le assunzioni. Il personale sotto stress finisce in burnout perché i carichi di lavoro sono insostenibili.”
Sicurezza – Tra le principali richieste, un incremento dei presidi di polizia nei pronto soccorso, oggi presenti solo nelle ore diurne. Il personale denuncia un aumento di aggressioni, sia fisiche che verbali, causate anche dai lunghi tempi di attesa dei pazienti.
Proposte – Durante l’incontro sono state accolte alcune richieste sindacali, tra cui l’istituzione di un tavolo permanente sulla sicurezza per contrastare le aggressioni e un altro sulla carenza di organico, problema denunciato da tempo. È stata inoltre discussa la possibilità di ampliare le indennità per i lavoratori del pronto soccorso, utilizzando fondi già disponibili dal 2024 ma ancora non impiegati.
Mobilitazione – Nonostante questi primi segnali di apertura, i sindacati restano cauti. “Abbiamo apprezzato lo spirito dell’incontro, ma le condizioni di lavoro sono ancora disastrose. Il nostro mandato è chiaro: senza azioni concrete, la protesta andrà avanti”, hadichiarato Marco Vannuci. Resta aperta la possibilità di uno sciopero generale se le promesse non si tradurranno in misure reali.
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