Rinvio perizia Ponte Morandi, i parenti delle vittime: "Ora basta: cosa c'è ancora da capire?"
di Redazione
"Non vorremmo che nelle panzane emergesse anche un 'suicidio di massa di 43 persone'. Per noi i motivi del crollo sono ben chiari"
Dopo la conferma che slitterà ancora di un mese la consegna della perizia chiamata a far luce sulle reali cause del crollo di Ponte Morandi, torna a farsi sentire tutta la rabbia del Comitato dei Parenti delle 43 vittime, in un comunicato diffuso dalla portavoce Egle Possetti. "Questo imporrà circa un mese e mezzo di attesa aggiuntiva per la discussione del secondo incidente probatorio - scrive Possetti - La misura ormai è colma, i tempi tecnici necessari sono stati ampiamente superati, le complesse indagini, anche con il prolungamento Covid, dovrebbero essere terminate. Cosa devono ancora vedere alcuni CTP [consulenti tecnici di parte, ndr] dei trefoli del reperto 132? Sarebbe interessante capire cosa possa essere ancora ignoto…. o forse è tutto troppo chiaro ed alcuni CTP cercano di fare tecnicamente “melina”?"
"Per noi sono ben chiari i motivi del crollo del ponte - prosegue - e quindi siamo stufi di sentire messaggi che tendono a travisare la realtà gettando fanghiglia sul terreno, adducendo come motivazioni del crollo cariche esplosive, bobine, meteoriti, ufo, ecc. Siamo molto perplessi che possano ancora esserci “incertezze” fra alcuni dei professionisti in campo. Non vorremmo che nelle “panzane” in preparazione magari emergesse anche un “suicidio di massa di 43 persone”, la fantasia è sempre molto vivida ma purtroppo come ben sappiamo in molti casi la dignità è veramente poca".
"Auguriamo ancora buon lavoro a tutti, ma i nostri morti hanno bisogno di celere verità!!!! Il potere, di norma come avvenuto in altre stragi, cerca di ritardare, sviare, oscurare, coprire, fuggire ma la verita’ e’ solare ed ancora una volta tenteremo con tutta la nostra forza di farla emergere dal limbo, forte come una colonna di un vulcano affinche’ nessuno possa dire di non averla vista. Noi siamo qui in attesa e pronti".
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