Ponte San Giorgio, dal Carlo Felice un concerto per trasmissione “solista”
di Paolo Lingua
È una celebrazione per tutta la città, una festa pubblica. Ma il canale di trasmissione è privato ed esclusivo
Questa sera, alle 21,15, presso il Teatro Comunale dell’Opera “Carlo Felice”, sarà eseguito il concerto per celebrare la ricostruzione del nuovo ponte San Giorgio (fu Morandi) ma anche per ricordare le 43 vittime assurde del disastro di due anni fa. I parenti degli scomparsi nel crollo saranno in sala, alla presenza delle autorità cittadine. Accanto a musiche classiche scontate di Verdi, Rossini e, ovviamente, di Paganini, ci sarà un repechace di musiche legate alla storia del teatro, ma soprattutto l’inedita canzone, composta in questi mesi prima di morire, dal Maestro Ennio Morricone, con voce bianca solista e la direzione del figlio Andrea Morricone. La canzone ha un titolo struggente “Tante pietre da ricordare”. In sala, con mascherine e distanziati, 900 spettatori non paganti. In piazza De Ferrari, contro il palazzo della Regione, un maxischermo che trasmetterà il concerto per i passanti. Un piccolo dettaglio non trascurabile: il concerto verrà trasmesso in esclusiva dall’emittente ligure “Primocanale” che ha pure allestito il maxischermo.
E allora? Lascia perplessi la filosofia (se la si può chiamare così) dei supremi vertici del teatro e , forse, anche di chi li ha ispirati. Questo concerto è una celebrazione di tutta la città, alla vigilia della ripresa della vita del ponte. Tanto è vero che è stato scandito uno spettacolo con accorti e colti riferimenti alla storia culturale e artistica della città. I biglietti sono gratuiti: e anche questo è un simbolo per offrire a tutta la cittadinanza il dono musicale. Non solo: viene eseguita in anteprima la canzone dedicata alla vicenda del ponte scritta emblematicamente da un protagonista della storia musicale del nostro Paese. Insomma è una festa pubblica. Ma il canale di trasmissione è privato ed esclusivo. Per gli altri comunicatori il concerto è “off limits”. E qui si coglie una assurda contraddizione, frutto, ci spiace dirlo, d’un modo di ragionare contorto e in piena contraddizione con la natura dell’evento.
Cortesi e civili tentativi di avere una spiegazione sono andati a vuoto di fronte a una cortina di silenzio e di fuga da ogni tentativo di spiegazione. Pare, sulla base d’un supposizione che si suppone fondata, che ci sia stata una decisione diretta dei vertici del Teatro: il sovrintendente Orazi, senz’altro, i colonnelli dei vertici del teatro. E coperture politiche? Può darsi, ma ci fermiamo per mancanza di prove ulteriori. Ma resta ancora un domanda che appendiamo dinanzi all’opinione pubblica. Siamo di fronte a un evento che coinvolge tutti, a Genova e fuori della cerchia cittadina. L’evento è, simbolicamente, offerto a tutti. Il “Carlo Felice” è un teatro pubblico che ha, nella sua enunciazione giuridica, il termine di “Comunale”. Però, in un contesto che non appare comunque commerciale e pubblicitario, si punta sull’esclusiva. E’ un comportamento che lascia perplessi ma che dimostra ancora una volta il modo di procedere d’un ente culturale pubblico faticoso e annaspante. D’altro canto non abbiamo ancora constato scelte forti e qualitative da parte della nuova gestione. Ma se proprio questa doveva essere una mossa pubblica per onorare un anniversario più che qualificato, dobbiamo ammettere, con una facile ironia, che è proprio una nota stonata. Per tutte le orecchie. Mutuando il titolo della composizione di Ennio Morricone una pietra da “non ricordare”.
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