La gran confusione della politica
di Paolo Lingua
La settimana decisamente assurda e confusionale che ha caratterizzato l’elezione del Presidente della Repubblica ha fatto sorgere, in tutti gli schieramenti, compresi i gruppuscoli frammentari, inquietudini e progetti contraddittori e persino tormentosi, sia a livello nazionale, sia a livello locale, come la Liguria dove in primavera si voterà per rinnovare importanti comuni capoluogo. A Roma si agita, dopo una serie di proposte contorte e impossibili di candidati al Quirinale, un inquieto Matteo Salvini che propone un nuovo partito fondendo la Lega e Forza Italia (e forse altri gruppi minori, ma in netto distacco da Fratelli d’Italia) e al tempo steso insiste in una dura polemica in Liguria contro la politica dell’alleato Giovanni Toti che, a sua volta, sembra puntare a dar vita a un nuovo movimento con Italia Viva di Matteo Renzi.
Non è ancora chiaro se nascerà qualcosa di più d’un momento che andrà da solo alle elezioni politiche del 2023. Toti comunque ha detto che resterà in carica alla Regione sino alla scadenza del 2025: d’altro canto se si candidasse a metà mandato, per legge cadrebbe la Regione e si dovrebbe rivotare con esiti alquanto incerti. Ma Toti non è tranquillo perché in questi giorni gli alleati del centrodestra, Lega in testa, spingono perché lasci l’assessorato alla sanità (e forse la stessa Lega ci punta per qualche suo esponente). Ma non è finita: nonostante rancori e litigi nel centrodestra bene o male si dovranno serrare le fila per il voto di Genova e della Spezia che sono due punti strategici, considerato che il centrodestra ha perduto Savona per una serie di errori.
La situazione migliore sembra quella di Genova dove Marco Bucci appare nettamente in testa ai sondaggi. Toti forse sperava di dar vita a una lista unica personalizzata insieme a Bucci ma quest’ultimo si vuole misurare e contare e quindi ognuno, sia pure alleato, correrà per conto proprio. Più tormentata, ma non ancora del tutto chiara, appare la situazione della Spezia dove il sindaco uscente Peracchini sembra incontrare difficoltà e critiche. Il primo cittadino è sostenuto da Toti e questo gli sta procurando malumori da parte della Lega dove si è già registrata una scissione. Alla Spezia, insomma, qualcosa scricchiola.
E come proseguono invece, la vicende del centrosinistra? Nel volgere di un giorno dovrebbe risolversi, salvo sorprese, l’avvio della candidatura di Ariel Dello Strologo. Nel Pd si spera in una candidatura coinvolgente che allarga l’alleanza all’estrema sinistra, ai “grillini” e al gruppo di Ferruccio Sansa, che se gli alleati sembrano più inclini a seguire di malavoglia (non avendo sostanziali alternative né personali né strategiche) che con entusiasmo. Ma Dello Strologo è un candidato di prestigio che può raccogliere importanti componenti dell’opinione pubblica non politicizzata e di area moderata.
Anche se per adesso i sondaggi danno favorito Bucci, Dello Strologo ha più chances di qualsiasi altro candidato, soprattutto se si pensa agli errori del passato commessi dal centrosinistra. Se riuscirà a metter insieme una lista, nell’area del centrosinistra, si annuncia in questi giorni la corsa solitaria dell’ex “grillino” Crucioli, dissidente in Liguria, uno dei tanti fuoriusciti del M5s. Ribellione gratuita e scommessa solitaria? Non mancano i precedenti ma nessuno ha mai ottenuto un successo e neppure la possibilità di condizionare eventuali alleati. Potrebbero emergere altre situazioni consimili nei due schieramenti, Ma saranno solo frutto di inquietudini e della immaturità d’un ceto politico che sta dimostrando da tempo i suoi limiti.
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