I risentimenti (ricucibili?) del centrodestra

di Paolo Lingua

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I risentimenti (ricucibili?) del centrodestra

Al di là della vicenda – anche confusa e contraddittoria per t anti aspetti – dell’elezione del Presidente della Repubblica, oggi è scoppiato un rancore che covava da tempo nella gestione della Regione Liguria. Edoardo Rixi, Stefano Mai, Franco Bruzzone, i leader della Lega da sempre sul territorio hanno portato un dura critica, come si evince dalle cronache, contro il presidente Giovanni Totti e molti aspetti della sua gestione, in particolare dopo la rielezione del 2022. Alla Lega (ma occorre tenere sempre presente la ricaduta politica locale), è apparso un vulnus alla storica alleanza local e nazio9nale di centrodestra il comportamento di Toti e del suo gruppo “Coraggio” che ha nettamente rifiutato di votare Elisabetta Casellati e poi ha cercato, forse con un aggancio confuso con Italia Viva di Matteo Renzi il voto peer Ferdinando Casini, poi naufragato con il saggio esito di rieleggere Sergio Mattarella di far restare al governo Mario Draghi,

A questa conclusione , la più sensata e che per adesso garantisce la maggiore stabilità, per la verità è arrivato non senza affanno anche Matteo Salvini, dopo aver cercato di inventare nomi e candidati. Forza Italia, chiusa la parentesi Berlusconi, ha optato per Mattarella e solo la Meloni di è arroccata cocciutamente all’opposizione . Ma per tornare alle vicende della Liguria la sortita risentita di Edoardo Rixi non va interpretata come una spaccatura senza soluzione, ma solo una richiesta di chiarificazione dopo comportamenti a sbando. Non va dimenticato che a Roma, al momento del voto, lo stesso movimento di Toti si è diviso nel voto, mentre alla fine i piccoli momenti di centro come quello di Renzi, si sono assembrati al voto0 generale43 frutto dell’accordo in extremis tra Salvini, Berlusconi e il centrosinistra. Ma, ome si è detto, da tempo ci sono malumori nella gestione della regione. Secondo Rixi Toti è troppo presente a Roma, dietro al “dream” di fondare un movimento ( o d’un accordo con Renzi), trascurando la gestione della Regione e in particolare la sanità di cui ha assunto l’assessorato. Rixi è critico appunyto su quanto attiene a questoa settore. Un’altra puntata è stata tirata sullò’incontro dei giorni scorsi riguardo alle questioni portuale e alla cena in casa dell’imprenditore Schenone con l’ex presidente della Regione Claudio Burrlando del Pd. In consiglio regionale si chiederanno chiarimenti.

Ma, come si accennava prima, non sembra di intravvedere, al di là della polemica espressa in conferenza stampa, gli estremi d’una rottura clamorosa. Stefano Mai ha chiesto infatti, quasi istituzionalmente, un incomntro di verifica he certamente ci sarà, come sempre avviene in questi casi. A voler ragionare con i piedi per terra una crisi che faccia saltare la regione non interessa a nessuno. Né al centrodestra “tradizionale”, né a Toti. Inoltre siamo ormai alla vigilia di elezioni amministrative che interessano importanti capoluoghi, visto che si è allontanato lo spettro delle elezioni politiche. Al di à dei risentimenti di queste ultime ore lo schieramento dovrà fare e mantenere una stretta alleanza per non perdere il controllo amministrativo su Genova e sulla Spezia, due comuni chiave. Dopo la sconfitta subita dal centrodestra a Savona. Vedremo quanto affanno comporterà una faticosa ricucitura tra vecchi alleati, anche se Rixi, nelle sue dichiarazioni, ha operato un distinguo sui candidati, ribadendo il giudizio positivo su Marco Bucci, nei confronti dei quali ha sempre matenuto un fermo sostegno. Sembra però assai difficile, se non addirittura impossibile, che Giovanni Toti dia vita a liste di area centriste, indipendenti, alle prossime amministrative. Vedremo gli incontri ne le possibile verifiche dei prossimi giorni e delle prossime settimane . Non va dimenticato che a livello nazionale sono in corso altrettante verifiche sia in casa del centrodestra, sia nell’area non meno tormentata del centrosinistra, dove certamente il Pd di Enrico Letta è quello che ha subito i danni minori perché ha giocato di prudenza e di rimessa senza bruciare candidati o strategie, ma dove però è assai inquieta la miriade di partitini di estrema sinistra e dove si attende la resa dei conti in casa del M5s spaccato tra Di Maio e Conte e percorso da mille rivoli di scissione. Una situazione che potrà avere effetto anche in Liguria alla vigilia elettorale. Aspettiamo quindi che a tutti i livelli, in un mondo politico ormai assai fragile, il tempo porti a tutti i protagonisti consiglio e un pizzico di saggezza.