Papa Francesco si aggrava, crisi respiratoria, prognosi riservata. Santa Sede: “Necessario l’ossigeno”
di Stefano Rissetto
Le condizioni del Pontefice, 88 anni e ricoverato al Gemelli dal 14 febbraio, sono peggiorate in giornata
Papa Francesco si è aggravato. Le condizioni del Pontefice, 88 anni e ricoverato al Gemelli dal 14 febbraio, sono peggiorate al risveglio. "Questa mattina Papa Francesco ha presentato una crisi respiratoria asmatiforme di entità prolungata nel tempo, che ha richiesto anche l'applicazione di ossigeno ad alti flussi", recita il bollettino della direzione del Policlinico diffusa in serata. Inoltre, "gli esami del sangue odierni hanno evidenziato una piastrinopenia, associata ad un'anemia, che ha richiesto la somministrazione di emotrasfusioni".
"Al momento la prognosi è riservata". I medici del Gemelli hanno precisato che il Papa "ha richiesto che fosse detta la verità" e, nel bollettino, si parla di condizioni preoccupanti: "Le condizioni del Santo Padre continuano ad essere critiche, pertanto, come spiegato ieri, il Papa non è fuori pericolo".
Nonostante tutto, Francesco "continua ad essere vigile e ha trascorso la giornata in poltrona anche se più sofferente rispetto a ieri".
Nella mattinata odierna, le comunicazioni provenienti dal Vaticano erano state più concise del solito. È stato reso noto che domani il Papa non avrebbe recitato l’Angelus, come accaduto la domenica precedente. Il testo della meditazione che accompagna la preghiera mariana sarà diffuso come una lettera aperta ai fedeli. Al decimo giorno dal ricovero, non sarebbe stato ancora il momento di registrare un messaggio o di affacciarsi alla finestra dell'appartamento riservato all'ultimo piano del policlinico, come invece era accaduto durante i precedenti ricoveri. Ma questo era da aspettarsi. Per il resto, le informazioni si sono limitate a una breve nota: "Il Papa ha riposato bene", senza altri dettagli. Evidentemente, ciò indicava che qualcosa di imprevisto era accaduto.
Gli ultimi bollettini dall'ospedale hanno sottolineato la delicatezza della situazione. Francesco soffre da due settimane, tra tosse e difficoltà respiratorie, che lo avevano costretto a interrompere l'omelia a San Pietro durante la messa per il Giubileo delle forze armate. Questo episodio era stato il secondo in pochi giorni.
Al momento del ricovero, i medici avevano diagnosticato una "bronchite su base infettiva", cioè un’"infezione delle vie respiratorie". Successivamente, è stata confermata una "polmonite bilaterale", che ha reso necessaria una modifica della terapia: "L'infezione polimicrobica – era stato spiegato – insorta su un quadro di bronchiectasie e bronchite asmatiforme, e che ha richiesto l'uso di terapia cortisonica antibiotica, rende il trattamento terapeutico più complesso".
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