Orche a Genova, il cucciolo poteva essere salvato? Risponde l'esperta

di Alessandro Bacci

I cetacei mostrano segnali di stress, probabilmente non stanno mangiando da giorni

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Dopo l'iniziale entusiasmo per l'eccezionale avvistamento, le orche al largo di Voltri destano notevoli preoccupazioni. Ormai da sei giorni i cetacei stazionano nelle acque di fronte a Pra' ed è confermato che uno dei cuccioli è ormai morto. Nella giornata odierna (sabato), gli animali si erano allontanati dalla zona lasciando ben sperare gli esperti. Dopo pochi minuti le orche sono rientrate nel porto di Voltri. Il maschio del gruppo inizia a sbattere la coda sull'acqua, un comportamento che evidenzia uno stato di stress e probabilmente i grossi cetacei non si stanno alimentando da giorni. Per osservare meglio il comportamento delle orche è entrato in funzione anche un elicottero per avere una visione differente.  Questa mattina i militari della Guardia costiera a bordo dell'elicottero decollato dalla base di Sarzana hanno filmato il cucciolo senza vita sostenuto dalla madre, confermando dunque la tesi della morte del piccolo cetaceo.

Sui social sono tanti gli utenti che si chiedono se si potesse fare qualcosa per il cucciolo alla fine risultato morto. A questa domanda ha risposto attraverso Facebook Sabina Airoldi, esperta di cetacei dell'istituto Thetys: "Più che trovarsi impreparati ci si trova impotenti in casi come questo. Bisognerebbe sottrarre un piccolo ancora vivo alla madre (posto che ci si riesca...), decidendo a priori che quella sia l'unica possibilità di salvezza, catturarlo, con tutti i rischi che muoia durante la cattura, portarlo in una struttura (cosa al momento NON consentita dall'attuale legislazione), tentare di nutrirlo a forza e di curarlo con prelievi e cure in un ambiente a lui sconosciuto, senza la mamma e gli altri individui di riferimento. E se mai si salvasse? Se mai...? Che vita farebbe in una vasca un animale nato in mare? Io ho la mia risposta, a voi la vostra".

Sulla possibilità di aiutare il piccolo, è stato chiaro ai nostri microfoni Matteo Sommer, veterinario dell'Acquario di Genova: "Non è facile, sono animali selvatici che hanno bisogno di una cura importante. Non è detto che ci siano le strutture adatte per ospitarli. Facciamo un monitoraggio e cerchiamo di capire il motivo della loro permanenza qua. Siamo in contatto con altri ricercatori di Gibilterra e tramite la fotoidentificazione cercheremo di capire se si tratta degli stessi individui."