Miniere nel Tigullio, Regione Liguria ribadisce il no

di Redazione

Muzio: "Necessario mettere in campo ogni azione affinché non si trasformi in realtà la possibilità della ripresa dell’attività estrattiva"

Regione Liguria sottolinea la sua contrarietà al progetto di ricerca mineraria “Monte Bianco” presentato dalla società Energia Minerals. Le aree individuate per l’attività di ricerca riguardano i territori di Sestri Levante, Ne, Casarza Ligure, Castiglione Chiavarese nella Città Metropolitana di Genova e di Maissana e Varese Ligure nella Provincia della Spezia, per un totale di 8243 ettari. 

In Consiglio Regionale la questione è stata recentemente messa al centro della discussione con un’Interrogazione presentata da Claudio Muzio.

"Le norme nazionali in vigore spesso non mettono i territori nella potestà di decidere in casa propria. Desta inoltre preoccupazione il parere favorevole espresso dalla Direzione Paesaggio del Ministero della Cultura”, ha dichiarato Muzio in Consiglio Regionale. “È necessario dunque valutare una modifica alla nostra legge regionale in materia, che ci metta nelle condizioni di avere più voce in capitolo su temi come questo".

Nelle ultime settimane pareri negativi sono giunti al Ministero dalla Regione, dal Parco dell’Aveto, dalla Città Metropolitana di Genova, dai Comuni di Casarza Ligure e Sestri Levante, dalla Società Acqua Potabile. Un ordine del giorno fortemente contrario al progetto “Monte Bianco” è stato votato dal Consiglio Comunale di Ne, territorio in cui si è formato anche un Comitato e da cui è partita una raccolta firme molto partecipata.

"Sulle ex miniere – ha aggiunto Muzio – l’indirizzo delle Amministrazioni coinvolte è completamente diverso da quello ipotizzato dalla Energia Minerals, il cui scopo principale, come si legge nel ‘Programma dei lavori’ allegato alla richiesta di permesso, ‘è di definire depositi di minerali economicamente utili’. I territori puntano invece ad una valorizzazione di questi siti dal punto di vista del turismo archeo-minerario, che potrebbe attrarre grandi investimenti e contribuire al rilancio del nostro entroterra".

"È necessario perciò mettere in campo ogni azione affinché non si trasformi in realtà la possibilità della ripresa dell’attività estrattiva in aree già sfruttate e fragili dal punto di vista idrogeologico. La gestione del territorio deve tornare a chi lo vive; è inammissibile che arrivino decisioni  calate dall’alto nei confronti delle quali i cittadini sono costretti a fare le barricate per difendere la terra in cui sono nati, cresciuti e vivono e in cui sono vissuti i loro padri e i loro avi”, Conclude Muzio.