"Condominio Stella", entrarci per uscire dagli schemi con Kalt

di Giulia Cassini

Il ricercato lavoro di Kalt tra suono e parola

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Stare fuori dal coro già all’interno di un genere in controtendenza come il rap è il basamento su cui poggia la solida arte del cantante Kalt, che ha debuttato con l’album “Condominio Stella”, riedito l’8 gennaio. ”E’  già qualche mese che è in giro, dal 4 ottobre per essere precisi  - ha spiegato Kalt passando dai Giardini di Plastica tra un murale e l’altro - ed è un progetto veramente personale, scaturito dall’interiorità. Per larga parte è autobiografico e soprattutto si discosta dagli stilemi del rap/trap per l’immaginario collettivo e per il sound”.  

Non solo: è un’alcova in cui cullarsi, magari alle due di notte, quando la propria personalità bussa alla porta, quando la coscienza e la propria personalità tira le somme della giornata o pensa alle luci del domani. “La parola giusta è rifugio – dice Kalt indicando la copertina dell’album- di fatto “Condominio Stella” deriva dal mio appartamento nella grande casa di campagna in Val Trebbia, ci  vado tutte le estati, anche solo per pochi giorni... Mi piacerebbe che questo album fosse per qualcuno quello che questo posto è per me: un riparo dai rumori della città, un posto dove poter pensare a sé e dove ascoltarsi, un luogo dove sapere sempre come rilassarsi.. un posto dove ricaricare le batterie”.

Il  disco è molto chill, tra i suoi punti a favore la mancanza di una direzionalità precostituita seppure con una chiara idea di libertà e di non conoscere limiti. “Chi ascolta si può ritrovare in quello che dice l’artista - ammette il cantante – qui non dico cosa fare, non snocciolo dogmi, ti racconto come sto e ti do una mano ad affrontare le tue situazioni quotidiane”. Lungo il lavoro di ricerca con una consapevolezza in più dovuta dalla maturità espressiva raggiunta: la volontà di mettersi in discussione con lezioni di canto e con un perfezionamento costante. “Sicuramente sotto il profilo delle produzioni con il mio collega NeveN c’è un discorso di campionamento molto più ricercato; non i soliti suoni digitali ma la necessità di sperimentare fino a trovare il campione giusto e metterlo sulla sezione ritmica perfettamente aderente”. Spiazza la calma e la serenità con cui fa passare i messaggi più pesanti.

Questo, in estrema sintesi, il dna dell’ artista “di razza” che si misurerà presto nell’ennesimo live. L’appuntamento è il 25 gennaio: “Suono alla Claque con la mia band, prima di me saranno sul palco Dalton, Canca e dopo come guest abbiamo gli Eugenia Post Meridiem” .Le trasposizioni di Kalt live  sono sempre con la sua band: Amedeo Marci (batteria),  Francesco Musante (chitarra), Luca Ambrosi (chitarra), Maria Cozzani (violino), Andrea Balleari (basso) e Marco Vassallo (tastiera).