Green pass nelle mense aziendali, sindacati scettici: "Serviva concertazione, non una faq"
di Marco Innocenti
Avanzino (Cisl): "Occasione persa per fare lavoro di concerto". Filcams Cgil: "Situazione complessa. Siamo molto preoccupati"
Obbligo di green pass anche per le mense aziendali: lo ha stabilito il governo con una precisazione che di fatto equipara le mense sui luoghi di lavoro ad un qualunque ristorante. "Per la consumazione al tavolo al chiuso - spiega il governo - i lavoratori possono accedere nella mensa aziendale o nei locali adibiti alla somministrazione di servizi di ristorazione ai dipendenti, solo se muniti di certificazione verde. A tal fine, i gestori sono tenuti a verificare le certificazioni". Il tutto, però, con una semplice Faq.
"L’obbligo di esibizione del green pass in queste realtà lavorative - spiega Silvia Avanzino, segretario generale Fisascat Cisl Liguria - implica una serie di problemi e difficoltà che vanno affrontate e risolte ai tavoli negoziali. Si è persa l’occasione di fare un lavoro concertato e concreto, tenuto conto che si parla di un settore che sia nel pubblico che nel privato conta su lavoratori in appalto che non hanno l’autorità per poter controllare la veridicità della documentazione richiesta. C'è poi il tema che riguarda la tenuta occupazionale di chi lavora in appalto in un settore già in forte crisi. Riteniamo che la committenza potrebbe verificare se i suoi dipendenti, in quanto dipendenti propri, abbiano il green pass senza gravare sul lavoro degli addetti della ristorazione collettiva. Non ultimo il tema dello smart working: questo settore ha la necessità di veder tornare gli operatori al più presto sul proprio posto di lavoro e le modalità adottate fino a oggi non hanno fatto altro che isolare i lavoratori, quando invece dovrebbe trattarsi di una scelta volontaria e individuale".
"Emerge la mancata conoscenza di un intero settore produttivo del nostro Paese - commenta Filcams Cgil Genova - settore caratterizzato da mense in appalto già in forte sofferenza a causa della pandemia e dello smart working che ha letteralmente decimato le presenze nelle mense aziendali, provocando un quasi irreversibile calo di pasti. Sostenere l’obbligo del Green Pass per accedere alla mensa aziendale, implica una serie di criticità che questo governo non ha neppure lontanamente preso in considerazione. Il governo Draghi si è limitato a declinare gli obblighi senza analizzare i metodi, senza assumersi la responsabilità delle conseguenze che tale decisione avrà sul settore della Ristorazione Aziendale".
"La mensa aziendale - prosegue la nota Filcams - è luogo strettamente connesso all’attività lavorativa, non è un ristorante o un luogo ludico ma una conquista sindacale che sta già rischiando di sparire, un luogo sicuro in cui i protocolli di sicurezza sono stati immediatamente messi in atto. Ci sono più temi in ballo che non possono essere liquidati con una faq di specifica sul sito del Governo. Non c'è l'obbligo di vaccinazione sui luoghi di lavoro, ma si lede allo stesso tempo il diritto al pasto a chi non si vaccina. Per noi chi va a lavorare deve poter mangiare. Poi c'è il tema del controllo del pass su cui il governo si è limitato a specificare che spetta al gestore del locale e al proprietario o legittimo detentore di luoghi o locali dove si svolge il consumo del pasto, nonché ai loro delegati".
"Si è volutamente fatto finta di ignorare che si sta parlando di un settore che, sia nel pubblico che nel privato, lavora nel 90% dei casi in appalto - concludono - chi dovrà quindi controllare? Sarà la committenza a dover verificare se il suo dipendente è in possesso di Green Pass o sarà l’azienda appaltatrice a farsi carico del controllo? E soprattutto: si pretenderà che siano cuochi o addetti mensa a fare da controllori? E con quale delega? Quale livello di inquadramento?
Non ultimo, il tema che riguarda la tenuta occupazionale di chi lavora in appalto in un settore già in forte crisi. Pur ribadendo la necessità da parte di tutti di effettuare la vaccinazione anticovid come garanzia di salute pubblica, la Filcams Cgil denuncia questa situazione complessa e si dichiara estremamente preoccupata. Ci si domanda, tra l’altro, quando il Governo Draghi vorrà affrontare il tema dello smart working insieme alle parti sociali, perché questo settore specifico, che occupa 20 mila persone in tutta Italia, ha la necessità di veder tornare i lavoratori in ufficio e di conseguenza in mensa e se un lavoratore ha il green pass per accedere a ristoranti bar bagni e spiagge, va spiegato perché non possano lavorare in azienda. Quando si normerà una modalità di lavoro finto "smart" che di fatto sta isolando tanti individui nelle loro case, mentre dovrebbe essere una scelta volontaria?".
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