Green pass, il garante della privacy: “Gli esercenti possono verificare l’identità”
di Alessandro Bacci
Il ministro Lamorgese aveva fornito indicazioni contrarie, atteso un chiarimento. I ristoratori: "Non possiamo sostituirci a un pubblico ufficiale"
Parte la stretta del Viminale sui controlli del Green pass da parte delle forze dell'ordine, con verifiche a campione e in particolare nei luoghi turistici e della movida. Ma resta aperta la questione sulle verifiche da parte dei gestori. Il Garante della Privacy, citando il Dpcm dello scorso 17 giugno, fa notare che anche "i titolari delle strutture ricettive e dei pubblici esercizi" possono richiedere agli intestatari della certificazione verde di esibire un documento d'identità. Indicazioni che vanno in una direzione diversa rispetto a quanto affermato ieri dal ministro dell'Interno, Luciana Lamorgese, per la quale saranno sì i titolari a dover controllare il lasciapassare all'entrata nei ristoranti, ma "non potranno chiedere la carta d'identità ai clienti".
A Palazzo Chigi, così come al Viminale, la linea è che comunque che controlli e sanzioni vadano fatti, per non vanificare la misura del pass. Un chiarimento è atteso nelle prossime ore con una circolare interpretativa del Viminale e sarà utile a spiegare in particolare il quarto comma dell'articolo 13 dello stesso documento, secondo cui all'atto della verifica l'intestatario della certificazione Covid "dimostra, a richiesta dei verificatori (...), la propria identità personale mediante l'esibizione di un documento di identità".
I ristoratori però sottolineano: "ci auguriamo che la nostra 'richiesta' della carta di identità avvenga soltanto laddove si ravvisi una palese contraffazione del certificato. E in quel caso, se il cliente si rifiuta di esibire il documento, chiameremmo le forze dell'ordine. Non possiamo sostituirci a un pubblico ufficiale", avverte il direttore generale della Federazione Italiana Pubblici Esercizi (Fipe) di Confcommercio, Roberto Calugi. E nel caso di sanzioni anche per i gestori, aggiunge: "valuteremmo dei ricorsi, ma sarà il nostro Consiglio direttivo a decidere".
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