Genova, rinasce dopo una malattia che sembrava incurabile: la storia di Laura
di Gregorio Spigno
"Per 8 mesi non ho saputo che malattia avessi, poteva essere un tumore o sclerosi multipla. A 23 anni. Lì ho capito il vero valore della vita"
Ha gli occhi vispi di chi non si è arreso, Laura. Di chi ha fatto della paura, seppur solo momentanea, un punto di forza.
La sua è una storia particolare: dipendente presso un ortofrutta di via della Libertà (uno dei tanti), si allontana nonostante gli ottimi rapporti con i titolari per ambizioni di carriera, trasferendosi in una catena di supermercati. Funziona tutto, lavora bene, è soddisfatta, viene pure promossa.
D'un tratto, però, la sua vita cambia: stava caricando una cassetta più o meno pesante, e le braccia le crollano. "Non sarà niente" si dice. Poi però gli episodi iniziano a ripetersi: una volta sono le braccia che non rispondono, un'altra volta cade dalle scale per un giramento di testa, infine si ritrova a dimenticarsi le cose e a non camminare più come si dovrebbe.
Trascorre 8 mesi tra un ospedale e un altro, effettua esami, attende risultati che non arrivano mai e vengono rimbalzati da un centro ad un altro: tac fatte a Genova, referti inviati per un consulto a Firenze e poi spedite in Austria per un'ulteriore conferma o smentita.
Nessuno riesce a capire dove stia il problema: forse è sclerosi multipla, forse è un tumore. Il tutto a 23 anni.
Dopo mesi di angoscia arriva finalmente una diagnosi: è fibromialgia. Laura tira un sospiro di sollievo. Certamente non è una patologia piacevole, come tutte, ma poteva anche andare peggio, e piano piano è ripartita.
Oggi sorride, all'interno dello stesso ortofrutta di via della Libertà in cui lavorava che però è diventato suo, e il cui punto di forza sono i prodotti a km zero, grazie ai quali tiene testa alla folta concorrenza anche più esperta e agguerrita.
"Sono contenta di essere arrivata qui - esordisce Laura - dopo questo periodo di Covid e sofferenze. Sono riuscita a portare il km zero, a collaborare con diverse aziende agricole molto importanti. Per me è importante la genuinità, la natura. Non ci sono arrivata in modo semplice, ma lottando e soffrendo. La sofferenza fa parte di ognuno di noi. Gli 8 mesi in cui sono stata in attesa di capire cosa avessi sono stati lunghi, intensi. Mi chiedevo sempre cosa sarebbe successo il giorno dopo, non sapendo realmente quale fosse la mia malattia e quanto potesse peggiorare".
"Pensavo sempre che la vità è bella, nei suoi pro e nei suoi contro. A volte ci perdiamo nelle cose un po' più blande, ma l'importante è vivere. Ho capito il vero valore della vita, quanto è bello fare le cose per se stessi, quanto è bello costruirsi e ricostruirsi. Senza buttare via niente o pensare che sia finita. Mai mollare, darsi sempre da fare. Non pensare mai di essere all'ultimo momento. Ogni momento è quello giusto per poter ripartire. A me è capitato di pensare che fosse finita, ma in quei momenti ho capito l'importanza del non mollare mai".
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