Genova, la passione per il vintage non si ferma (nonostante l'emergenza Covid)
di Redazione
Le limitazioni agli spostamenti hanno spinto le piattaforme online, ma la possibilità di curiosare nelle boutique fisiche rimane il pallino degli appassionati liguri
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Tutti pazzi per il vintage e i capi di seconda mano, anche in Liguria. Secondo uno studio dell'isituto BVA Doxa pubblicato nell'estate 2020, negli ultimi 5 anni il settore ha visto una crescita del 33%, per un fatturato in Italia di 10,5 miliardi di euro nel 2019.
A spingere i consumatori verso l'abbigliamento "second hand", oltre al desiderio di risparmiare e di vestire con capi unici e lontani dal fast fashion, c'è la crescente sensibilità "green" del riuso, per cercare di ridurre l'impatto abientale del'instria tessile. Anche a Genova i negozi di abbigliamento specializzati in vintage e usato non mancano e, nonostante l'emergenza Covid 19, confermano il crecente interesse del pubblico per il settore. "Ho aperto il negozio nel 2010, e negli ultimi anni ho visto aumentare molto l'interesse per il vintage", racconta Alessandra, del negozio "Borotalco". "Con l'avvento dei social, le persone sono più portate ad osare".
"Questo negozio è aperto dagli anni 70 e io ci lavoro dall'89", racconta Silvia di Almanacco. "In questi anni il settore è cambiato tantissimo: innanzitutto non si chiamava vintage ma usato, ed era più per appassionati, mentre ora è più un fenomeno di moda".
Nel 2020, anche a causa dell'emergenza Covid, il settore si sta concentrando soprattutto sull'online, tra giganti come Vestiarie Collective (fondato nel 2009, e con oltre 8 milioni di utenti registrati) e i piccoli negozi che usano i social per far conoscere i propri capi, anche se non tutti sono d'accordo con questa impostazione. "Mi piace avere un contatto con il cliente, scegliere i vestiti adatti al singolo", dichiara Silvia. "Preferisco vendere di meno, ma in questo modo". L'emergenza Covid non ha cambiato molto il suo modo di lavorare, ma si sente la mancanza dei clienti di fuori: "Mi mancano tentissimo i turisti, che a volte hanno un approccio diverso allo stile".
"Noi non lavoriamo su Internet, perché la nostra clientela vuole vedere i capi, non si accontenta della scatola chiusa", racconta di Danila di Lipstick Vintage. "In questo periodo d'incertezza noto che le persone cercano capi second hand classici, rassicuranti, e hanno lasciato un po' da parte il vintage che di solito piace più a chi vuole osare. In questo periodo la clientela non è mancata, perché curiosare qui vuol dire un po' distrarsi, alleggerire le giornate".
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