Genova, il tenore Alvarez: "Chiedo scusa al pubblico, lavorerò in altri due progetti col Carlo Felice"
di Redazione
"Sono contento di aver trovato un punto d'incontro con il Teatro. Quella è stata una serata sfo0rtunata. Sono allergico al fumo scenico. Ho sempre con me un certificato che lo attesta"
Dopo la fuga dal palcoscenico in occasione della prima della Manon Lescaut e la successiva risoluzione del suo accordo con il Teatro Carlo Felice per quest'opera, il tenore Marcelo Alvarez ha scritto un lungo post su Facebook.
"Vorrei dire la mia su quanto è successo a Genova, nella produzione di Manon Lescaut.
In tutta la mia carriera, così come saprete bene, non ho mai fatto un comunicato del genere.
Vorrei iniziare il discorso chiedendo umilmente scusa al pubblico per il disagio causato in palcoscenico e, secondariamente, a tutto lo staff del teatro genovese.
Sono contento di essere arrivato ad un punto d’incontro con il Teatro Carlo Felice, realizzando un contratto sostitutivo di cui sono grato alla direzione. Questo nuovo accordo mi consentirà di portare in scena due nuovi progetti futuri a me molto cari - motivo per il quale giustifico la mia assenza di venerdì 1 Aprile.
Sono sempre stato allergico al fumo scenico e ne fa fede un certificato che porto sempre con me in tutti i teatri del mondo dall’inizio del millennio, a firma della celebre foniatra Maria Elena Berioli.
Durante tutto il mese precedente sono state eseguite svariate prove, tra cui: le prove in sala, le prove registiche sul palcoscenico, le due prove orchestrali e infine la prova generale. Sono sempre stato in forma, cantando per tutto il tempo il ruolo a me commissionato, non ricevendo nessuna contestazione. Anzi.
Nella recita del 25 Marzo la mia condizione vocale era in perfetto stato. Una volta giunto nel retroscena ho cominciato a sentire un piccolo disagio, che si è aggravato appena sono entrato in palcoscenico.
È stata una serata sfortunata.
Sono rimasto deluso da tutte le testate giornalistiche che hanno affermato cose su di me senza avermi mai interpellato - e, per informazione, il cantante lirico non riceve il suo cachet fino a quando non finisce di cantare la sua ultima nota.
Non capisco come siano possibili le produzioni pensate con il fumo nel periodo attuale con le vigenti restrizioni sanitarie.
Apparentemente non sono un interprete adatto per cantare queste nuove produzioni di Manon Lescaut in presenza di locomotive - mi toccherà cantarle in carrozza così come l’aveva scritto Puccini...
Che sia chiaro. Non sono mai scappato da nessuna produzione.
Ho sempre salvato tantissimi teatri nel mondo in qualsiasi circostanza, che siano durante eventi sismici, terroristici, tsunami o altro (senza contare la pandemia da SARS-CoV-2) - comportandomi sempre in maniera professionale.
Sono fiero della mia carriera che testimonia la mia serietà, il mio senso di responsabilità e l’amore che provo sia per il teatro che per il pubblico.
E questo orgoglio non me lo toglie nessuno".
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