Genova, arriva la stangata: nel 2021 la tassa sui rifiuti aumenterà fino al 20%
di Redazione
La manovra imposta al Comune dalla Corte dei Conti. Confcommercio: "La tassa deve essere applicata sulla base della quantità di rifiuti prodotti"
A Genova la tassa sui rifiuti (Tari) quest’anno aumenterà fino al 20% per i genovesi che pagheranno la tariffa piena, senza agevolazioni. La manovra riguarderà sia le persone fisiche che le attività economiche. A fine anno, con il saldo della Tari 2021, si pagherà molto più dell’anno scorso. La manovra è stata imposta al Comune di Genova dalla Corte dei Conti, e alle origini di questa vicenda c’è il debito di circa 185 milioni che il Comune aveva maturato dal 2014 al 2017 nei confronti di Amiu. Un debito nato già dal 2014 per la messa in sicurezza dei vecchi lotti della discarica di Scarpino e per il trasporto fuori provincia dei rifiuti da smaltire.
Nel 2019 e nel 2020 la giunta Bucci si è fatta carico dell'incremento dei costi di Amiu, per non aumentare la Tari, versando nelle casse dell'azienda 30 milioni di euro senza far ricadere i costi sui cittadini. Oggi, però, la Corte dei Conti avverte che non potranno essere utilizzate risorse comunali per agevolazioni prolungate, invitando l’amministrazione a sistemare il sistema di tariffazione per sistemare i conti. In poche parole il Comune di Genova dovrà prelevare 30 milioni di euro dalle tasche dei genovesi, con un inevitabile aumento della tari. Purtroppo
"Oggi ci troviamo nuovamente di fronte a questo grave problema, perché a causa di una disastrosa gestione pregressa del ciclo dei rifiuti, non certo provocata dagli imprenditori, il Comune è obbligato da una Sentenza ad aumentare la TARI! In questo scenario – afferma Paolo Odone presidente Confcommercio Genova - l’unica cosa che possiamo affermare con estrema sicurezza è che le imprese non possono assolutamente sopportare l’ aumento di una tassa che hanno continuato a pagare malgrado fossero chiuse o con attività ridotta al lumicino. Inoltre- e lo diciamo da anni- questa tassa deve essere applicata e pagata sulla base della quantità di rifiuti prodotti secondo il principio comunitario “chi inquina paga” e non sono certo le imprese che producono la maggiore quantità di rifiuti sul nostro territorio e i maggiori costi di raccolta. Vi è quindi una evidente ingiustizia di fondo nella ripartizione di questi costi e ciò produce un grave danno alle nostre imprese. Perciò ancora una volta chiediamo che il Comune provveda ai necessari interventi perequativi che adesso sono improcrastinabili."
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