Genova, accusati di falsa testimonianza sulla morte di Martina Rossi: doneranno soldi in beneficenza

di Alessandro Gardella

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i due amici sono accusati di avere depistato le indagini sulla morte di Martina Rossi, la studentessa genovese morta a Palma di Maiorca nel 2001

Genova, accusati di falsa testimonianza sulla morte di Martina Rossi: doneranno soldi in beneficenza

Doneranno una somma di denaro, ancora da quantificare, a una associazione che si occupa di violenza contro le donne o comunque in beneficienza. A fare questo passo saranno Federico Basetti ed Enrico D'Antonio, i due amici accusati di avere depistato le indagini sulla morte di Martina Rossi, la studentessa genovese morta a Palma di Maiorca nel 2001 dopo essere precipitata dal balcone mentre cercava di sfuggire a un tentativo di stupro. Per quella morte sono stati condannati in via definitiva a tre anni Alessandro Albertoni e Luca Vanneschi. Vasetti e D'Antonio, per l'accusa, avrebbero detto bugie per coprire i due amici.

La novità è emersa nel corso dell'udienza di ieri. I legali dei due hanno annunciato che chiederanno la messa alla prova per i due amici. Inoltre scriveranno una lunga dichiarazione per prendere le distanze da Vanneschi e Albertoni. Il giudice ha dato tempo fino al sette aprile per preparare un programma di volontariato. Se il giudice dovesse accoglierlo e se dovesse andare tutto bene nel corso della messa alla prova il reato si estinguerebbe. Secondo la Cassazione Martina morì nel tentativo di fuggire a uno stupro. Vanneschi e Albertoni sono stati condannati per tentata violenza sessuale mentre è andata prescritta l'accusa di morte come conseguenza di altro reato. Gli investigatori spagnoli avevano sbrigativamente chiuso le indagini come suicidio ma grazie alla tenacia dei genitori di Martina, assistiti dall'avvocato Stefano Savi, e all'allora pm Biagio Mazzeo le indagini erano state portate avanti a Genova e avevano scoperto che la studentessa era stata aggredita.