Gattorna, il museo del videogioco compie otto anni
di Chiara Sivori
Dal 2012 l'esposizione di giochi rari e consolle vintage attira in val Fontanabuona appassionati da tutta Italia
Grandi festeggiamenti (rispettando tutte le norme di sicurezza sanitaria) a Gattorna, nel comune di Moconesi: "La Mecca - il primo museo del Videogioco d'Italia" compie otto anni. Appuntamento nel paese della Val Fontanabuona sabato sera alle 21 per il compleanno, che sarà a tema "Dracula" per onorare i 20 della prima avventura grafica dedicata al vampiro più famoso di sempre.
Nato dalla passione per il mondo videoludico di Giansandro Rosasco, l'esposizione (ad ingresso gratuito) è ormai un punto di riferimento per i tanti appassionati che ogni terzo sabato del mese vengono in val Fontanabuona appositamente per curiosare tra centinaia di pietre miliari della storia dei giochi elettronici. "Negli anni sono arrivate persone da tutta Italia, dalla Lombardia alla Puglia, e perfino qualcuno dall'estero", racconta Giansandro, che gestisce il museo insieme alla moglie Michela De Rosa e ad una decina di volontari. Il museo vive dell'aiuto di queste persone, che si occupano sia delle aperture che di restaurare i giochi, un' operazione molto delicata visto che si tratta di pezzi storici. I visitatori di solito sono adulti che vogliono tornare a vivere le atmosfere anni 80 della loro infanzia, ma anche tanti ragazzi più giovani si stanno avvicinando con curiosità al mondo dei videogiochi vintage.
Nei circa 100 metri quadrati di esposizione trovano spazio diverse categorie di giochi elettronici, dai cabinati che affollavano bar e sale giochi alle prime consolle da collegare al televisore. Tra i pezzi più curiosi, il mitico videogioco del 1982 E.T. di Atari, basato sull'omonimo film di Spielberg e universalmente considerato il peggior videogioco mai sviluppato.
"Orrori" a parte, l'elenco dei pezzi esposti è davvero lunghissimo. Ma Gattorna non merita una visita solo per "La Mecca - il primo museo del Videogioco d'Italia". Nella stessa struttura c'è anche il Polimuseo del giocattolo povero, naturalistico e della civiltà contadina, fondato dal padre di Giansandro. "Questo museo è un omaggio alla storia della Val Fontanabuona e di Gattorna, che è una vera e propria piccola capitale del giocattolo", spiega Giansandro. "Prendiamo ad esempio le girandole: sembra incredibile, ma molte di quelle che si trovano in tutti i negozietti di souvenir in giro per il mondo sono prodotte qui in zona". Un eccellenza a chilometro zero da riscoprire.
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