Espulso da uomo, viados brasiliano ritorna da donna: tradito dalle impronte digitali
di Michele Varì
1 min, 42 sec
Luis ha esibito un passaporto in cui si chiama Laura, ma è falso: arrestato
Seni prorompenti, gambe affusolate, lineamenti delicati, pelle liscia, neppure l'ombra di un pelo, al suo sinuoso passaggio in un ammiccante abito da sera, stile escort extra luxe, quasi impossibile non girarsi e ammirarla.
Peccato che la bella brasiliana in realtà fosse un uomo. O meglio un brasiliano clandestino espulso dall'Italia nell'autunno scorso e con il divieto di ritornarvi. Lui però non si è mai rassegnato e per rimettere piedi nel Bel Paese ha fatto, letteralmente, carte false: tornato in Brasile si è rifatto un documento sui cui ha fatto cambiare nome e sesso, anche se in realtà, oltre ai seni finti, nelle parti intime non aveva cambiato nulla.
Finito in questura per avere perso il controllo dei nervi in un bar dopo essere stato rifiutato da un quindicenne di cui si era invaghito, l'uomo che voleva essere donna è stato smascherato dalle impronte digitali rilevate in questura, che hanno accertato che Laura non era altro che quel Luis espulso lo scorso autunno con tassativo divieto di rientrare in Italia per tre anni.
Per il transex così è scattato l'arresto e il trasferimento in un centro di detenzione in attesa di essere nuovamente rimpatriato in Brasile.
Le indagini che hanno svelato la vera identità del brasiliano sono state svolte dalla volante del commissariato di San Fruttuoso.
Tutto cominciato all'alba di domenica mattina quando Luis viene bloccato in un bar di via Tortosa, la zona dove abita, dopo una notte brava passata in una discoteca della Foce. A fare perdere la testa al transessuale è un ragazzo di 15 anni che però, prima affascinato da quella bellissima donna, quando si accorge che è un uomo, lo abbandona. Luis, o Laura, allora si arrabbia, strepita, e crea problemi nel locale. Nel bar accorre la volante della polizia. Gli agenti non immaginano che Laura sia in realtà Luis, ma visto che il suo passaporto non risulta nelle banche dati, dopo averlo ricoverato al pronto soccorso con un trattamento sanitario obbligatorio, il giorno dopo lo portano in questura per identificarlo con le impronte digitali. Ed è solo allora che scoprono la sua vera identità.
Michele Varì
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