Da Genova al Senegal per aprire un nuovo centro sanitario: al via il progetto Tambacounda
di R.O.
L'iniziativa dell'associazione Medici in Africa e di Unige è stata finanziata da Fondazione Carige. Ogni mese due medici faranno formazione al personale

La diocesi di Tambacounda chiama, Genova risponde: nella città senegalese, che dà il nome anche alla sua regione, sorgerà un nuovo centro per la salute, dove due medici italiani si recheranno ogni mese accompagnati da alcuni specializzandi per formare il personale sanitario locale. "L'obiettivo - spiega il ginecologo e membro del direttivo di Medici in Africa Diego Dighero, di ritorno da un sopralluogo nella regione - è quello di rendere tutti autonomi ma manterremo i contatti per consulenze e telemedicina, non li abbandoneremo". La chiamata a Genova è arrivata dalla diocesi locale, che nonostante il numero basso di fedeli nell'area (circa il 5%) si è da sempre fatta carico dei servizi sanitari. Sarà proprio la diocesi ad ospitare il personale in arrivo dall'Italia.
Tambacounda - Al sopralluogo ha partecipato anche il presidente dell'associazione Medici in Africa, Edoardo Berti Riboli. "La zona - spiega - è grande circa due volte e mezzo la Toscana. Ha subìto un forte incremento della popolazione perché qui hanno trovato l'oro", e di pari passo è aumentata la necessità di personale medico. "Qui il personale è di bassa qualità - sottolinea Dighero -, c'è bisogno di formazione soprattutto per attività endoscopiche come gastroscopie e colonscopie. Ma il centro sarà soprattutto un servizio di prossimità per malattie comuni, che possa fare filtro per l'afflusso di persone sull'ospedale".
Criticità - "La situazione materno-infantile è sconvolgente - spiega ancora Dighero -. Il Senegal presenta report abbastanza precisi: la mortalità materna in quella regione è più alta della media nazionale. Bisogna migliorare la qualità dell’assistenza. La mortalità infantile abbastanza elevata, c’è la malaria, pericolosissima per i bambini, ma è stato messo appunto un vaccino. Nell'ospedale di Tambacounda ci sono circa 3500 parti l’anno, numeri a cui noi non siamo abituati: c’è bisogno di aiuto per tutto il comparto".
Formazione, ricerca e sviluppo - Anche l'Università di Genova parteciperà alla spedizione "con colleghi di medicina e specializzandi" spiega il rettore Federico Delfino. "Stiamo facendo un focus importante sul continente africano, da cui provengono anche ampie comunità di nostri studenti come gli oltre cento camerunesi che incontreremo a breve. Firmeremo a breve una convenzione con università di Dakar che riguarda temi come formazione, ricerca, sviluppo e crescita sociale dell’area".
A finanziare i viaggi - per circa 13mila euro - sarà Fondazione Carige: "Siamo fieri e orgogliosi di sostenere un progetto che va molto oltre il nostro territorio - racconta il presidente Lorenzo Cuocolo -. Verranno formati medici a Genova che formeranno medici del territorio, un grande servizio per la popolazione africana".
"Quello di Medici in Africa è un progetto che l'Ordine dei medici supporta fin dalle sue origini del 2007 - afferma il presidente della sezione genovese Alessandro Bonsignore -. Rappresenta un supporto alle esigenze di salute della popolazione in aree che hanno difficoltà a dare risposte ai bisogni. Il fatto che professionisti del nostro Paese, che già sisacrificano nella nostra realtà, si mettano a disposizione, anche sacrificando le loro ferie per fare un'opera come questa è qualcosa di straordinario che è giusto che enti come Università e l'Ordine dei medici possano supportare".
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