Coronavirus, "siamo qui fino a resistenza" il grido della casa di riposo di Bogliasco
di Eva Perasso
A San Bernardo 5 morti in pochi giorni, solo in 1 caso la conferma di Covid-19
Nel pomeriggio del 18 marzo arriva la notizia ufficiale, una nota del San Martino di Genova che comunica il decesso di una donna delle ore 18,31. Aveva 88 anni, era residente a Bogliasco. La numero 74 dall'inizio del conto dei morti per coronavirus in Liguria.
Quel che il San Martino non scrive, è che la donna era uno degli ospiti di Villa Crovetto, la residenza protetta per anziani situata sulle alture di San Bernardo, a Bogliasco. Lo conferma a Telenord il sindaco Gianluigi Brisca, che aveva dato solo poche ore prima la comunicazione di un caso accertato di Covid-19 in paese, una donna ricoverata al San Martino.
Ma torniamo a San Bernardo. Villa Crovetto ha 47 posti letto, quasi al completo. Quasi. Perché negli ultimi giorni i decessi sono aumentati. Non solo la signora defunta al San Martino, ma altri 4, forse 5, in pochi giorni. Si fa fatica a capire. Gli abitanti bisbigliano, scrivono post sui social, usano le chat su Whatsapp, i gruppi Facebook. "Un via vai di pompe funebri in piazza a san Bernardo", scrivono nelle pagine di Bogliasco e Sori alcuni abitanti, tra cui i gestori della Società operaia che proprio sul piazzale si affaccia. La stessa società dove residenti, lavoratori della casa di riposo, parenti, turisti, si fermano per un caffè o una bibita.
Gli abitanti sono preoccupati. Il bisbiglio cresce, si fa pressante, diventa rumore. Passa dalle chat Whatsapp delle mamme della scuola, dalle pagine dei gruppi organizzati e delle associazioni su Facebook, arriva nei commenti delle pagine ufficiali dei comuni di Bogliasco e Sori. Alcuni cercano di riportare la situazione alla normalità, al silenzio. Ma è difficile.
La direzione sanitaria dell'RSA al telefono con noi taglia corto, a dimostrazione del momento duro in corso: "Non voglio parlare, ho da lavorare" comunica il medico contattato al cellulare. Solo qualche giorno prima, con un comunicato ufficiale, il dottor Federico Barà parlava di "dramma sanitario che stiamo vivendo in struttura" ma anche della "pressione dall'esterno in questo momento insostenibile".
Scriveva Barà: "Immaginate questo mostro grosso e pesante che rotola in una stanza chiusa dove ci sono 47 fragili vasi... e pensate cosa può accadere, cosa ne può restare. Ci troviamo ad affrontare questa situazione complicatissima con metà del personale (l'altra metà è ferma a casa in isolamento domiciliare) e senza presidi adeguati".
Chiediamo spiegazioni al sindaco, che ci informa: l'amministrazione può dare solo comunicazioni ufficiali e a oggi l'unica è quella della Asl che accerta il caso della signora, nel frattempo defunta. E gli altri morti? Forse 4,5,6. Non si può sapere, né mai si saprà se si tratti davvero di coronavirus.
Resta il grido di villa Crovetto, "siamo qui fino a resistenza", scriveva il direttore sanitario. A noi tutti, rimane da guardare alla finestra, sperando che il via vai dei mezzi delle pompe funebri non copra più il bel panorama di San Bernardo.
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