Saggi online per il Paganini di Genova

di Giulia Cassini

Gli allievi del Conservatorio si alterneranno sui social con le performance musicali di fine anno

Video momentaneamente non disponibile.

In un periodo decisamente particolare anche per l'Istituto di Alta Formazione Musicale Paganini di Genova i classici saggi di fine anno si svolgeranno oline sui social (cliccare qui) e sul canale YouTube perpetrando la tradizione.

"Non abbiamo potuto farli aperti a tutti in Conservatorio -spiega il direttore Roberto Tagliamacco-  però ci siamo organizzati per realizzarli sul nostro sito e sui social. Le varie classi si sono impegnate e i video sono particolarmente interessanti sottolineando la buona volontà di docenti e allievi che nel lockdown non hanno smesso di lavorare con entusiasmo. Visionarli e mettere qualche 'Like' per loro significa valorizzarne il lavoro". 

Gli esami invece si svolgeranno dall'11 giugno con una modalità mista: concerto in salone e pubblico o docenti, in alcuni casi, in collegamento. L'importante è la possibilità di eseguire il programma insieme,ad esempio per gli esami di violoncello con pianoforte o su strumenti adeguati visti, tra gli altri, i magnifici grancoda presenti al Paganini.

L'idea è quella di dare a ogni allievo pari opportunità di resa e non togliere la magia delle lauree in loco che si effettueranno da luglio. 

Non tutti sanno che l'Istituto Niccolò Paganini di Genova conserva veri e propri tesori tra documenti e strumenti rari. Ad esempio nelle teche del Salone sono esposti una viola del 1778 di Jacopo Brandini, il violino del 1858 di Gaetano Dionelli, quello del 1928 di Paolo De Barbieri, quello del 1941 di Lorenzo Bellafontana oltre agli esemplari del 1916, del 1922, del 1933, del 1938 di Cesare Candi e la donazione di Nadia Gobessi in ricordo del padre compositore Prof. Iginio Gobessi, secondo le sue volontà. 

Primeggiano poi il mandolino del 1926 Cesare Candi con la tavola in abete, il fondo a doghe scannellate in acero, il manico in acero, il battipenna in ebano con intarsi in avorio  graffiati a puntasecca, il portabraccio e il mascheronne del fondo in ebano, la rosetta centrale in legno finito a  foglia d'oro, innestata in una bocca in ebano intarsiata in avorio. Non meno preziose la chitarra 1933 e la viola d'amore del 1931 sempre di Cesare Candi, solo per citarne alcuni.