Commercio: Moody salvo, ma in Liguria chiudono 5 negozi al giorno
di Fabio Canessa
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La Fisascat Cisl: "Serve riforma fiscale per aumentare i consumi". Altra attività a rischio in via XX Settembre
Ci vorranno circa tre settimane per riaprire Moody e Pasticceria Svizzera, il locale nel centro di Genova travolto dal crack di Fogliani e acquisito ora dalla società Hi Food che fa capo a Gabriele Volpi. La fumata bianca è arrivata al termine di una trattativa convulsa, con momenti di tensione tra i sindacati e tra gli stessi lavoratori. Alla fine hanno firmato 31 dipendenti su 34, gli altri vogliono prima approfondire con gli avvocati, ma l’accordo sarà valido lo stesso.
Un caso tutto sommato atipico. Perché, nel frattempo, gli ultimi dati raccolti dalle camere di commercio della Liguria fotografano una situazione sempre più allarmante. Nei primi tre mesi del 2019, rispetto allo stesso periodo di un anno fa, il numero delle imprese attive nel settore è sceso dell’1,3%. Il primato negativo spetta alla provincia di Savona (-2,1%), un po’ meglio Genova (-1,2%). In tutta la regione si contano dunque 492 imprese in meno, come se ogni giorno ne avessero chiuso 5 che invece nel 2018 erano aperte.
Ora i sindacati guardano con preoccupazione alle politiche del Governo. Un aumento dell’Iva porterebbe a un crollo dei consumi, con conseguenze drammatiche. “Occorrerebbe anzi una riforma fiscale per restituire potere economico alle persone – commenta Silvia Avanzino, segretario ligure della Fisascat Cisl – Sulla crisi incide parecchio la vendita online, ma anche la mancanza di investimenti pubblici e privati, la carenza di servizi efficienti e infrastrutture, l’assenza di grandi industrie. Servono aiuti concreti per aziende e lavoratori”.
L’ultima vertenza sul tavolo dei sindacati a Genova è quella di Stefanel, negozio di abbigliamento in via XX Settembre dove a rischio ci sono sette dipendenti che attendono di sapere il loro destino dopo l’entrata in amministrazione straordinaria dell’intera catena. “Attendiamo ancora la convocazione di un tavolo sul commercio con Comune e Regione – continua Avanzino – se non aiutiamo chi è rimasto fuori continueremo ad essere una regione di disoccupati”.
Fabio Canessa
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