Avvistata "Codamozza" in Liguria: la balenottera con la coda amputata

di Alessandro Bacci

1 min, 27 sec

Il cetaceo ha percorso 600 km in pochi giorni solo con le pinne pettorali, la sua è una storia triste ma un esempio di resilienza

Avvistata "Codamozza" in Liguria: la balenottera con la coda amputata

Codamozza è arrivata in Liguria. Si tratta forse della più famosa e controllata balena dei nostri mari, avvistata e seguita la prima volta ben quindici anni fa dai ricercatori dell’Istituto Tethys, che studiano i cetacei nel Santuario Pelagos, una vasta area tra il mar Ligure, la Corsica e il nord Tirreno. Furono loro a ribattezzarla per la prima volta “Codamozza”, proprio a causa di quella pinna caudale che era rimasta ai tempi giusto un moncherino ma che adesso è andata totalmente perduta, in chissà quale avventura vissuta in mare in questi anni, potrebbe essere rimasta impigliata in una di quelle famigerate “reti fantasma”, quelle reti abbandonate in mare che ogni anno ammazzano centinaia di esemplari di tartarughe marine, pesci e cetacei; secondo i veterinari del CReDiMa (Centro di referenza nazionale per le indagini diagnostiche sui mammiferi marini spiaggiati) e del CERT (unità di intervento italiana del Cetacean's Strandig Emergency Response Team), non è da escludersi completamente un taglio dovuto all’elica di un’imbarcazione.

Codamozza continua a stupire anche gli esperti. Pochi giorni fa il cetaceo era stato avvistato nello stretto di Messina, inconfondibile il suo tratto distintivo, ossia la coda mozzata. In sei giorni ha percorso più di 600 Km con l'utilizzo delle sole pinne pettorali. La sua è una storia triste, la balena vaga per i mari in modo solitario, appare evidentemente dimagrita ma non si rassegna. Un animale simbolo di resilienza che oggi è approdata in Liguria. L'avvistamento è avvenuto in mattinata al largo della costa di Noli e Finale Ligure. L'avvistamento è stato documentato dall'associazione Menkab: il respiro del mare. Le foto apparse sui social sono ben presto diventate virali.

(Foto di Walter Spagna del Gruppo Pelagos)