Arcelor Mittal, la protesta va avanti: "Passi in avanti ma non basta"

di Marco Innocenti

Nulla di fatto nel doppio vertice romano e genovese fra sindacati ed azienda

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Dieci giorni. E’ il tempo chiesto da Arcelor Mittal per presentare il nuovo piano industriale. A mettere sul piatto  la richiesta è stata l’ad di AM Italia, Lucia Morselli durante il vertice tenutosi stamani in videoconferenza, alla presenza dei ministri Patuanelli, Catalfo e Gualtieri, oltre ai leader nazionali di Cgil, Cisl e Uil. “Il piano deve continuare” ha ribadito il ministro dell’economia Gualtieri ma Morselli ha chiesto tempo perché – ha detto – “ La ripresa del mercato dell’acciaio non è uniforme e gli scenari cambiano ogni 24 ore”. 
L’azienda avrebbe comunque ribadito  la propria intenzione di confermare l’accordo sottoscritto col governo italiano: “Una conferma non formale ma sostanziale”, avrebbe detto la Morselli.

"Fino ad oggi - si legge in una nota diffusa dal segretario generale Fim Cisl Marco Bentivogli e dal segretario nazionale Fim Cisl Valerio D'Alò - soprattutto sulla vicenda Cassa Integrazione si è assistito a un atteggiamento schizofrenico dell'azienda che inizialmente ci chiedeva la Cassa Integrazione, nel periodo di emergenza sanitaria la osteggiava per poi richiederla alla fine dell'emergenza. Vanno riprese con vigoe le opere di ambientalizzazione, di messa a norma degli impianti e rilanciare i reparti produttivi. Ad oggi si ha la sensazione che non ci sia solidità del gruppo né la voglia di portare a termine gli impegni presi".

Nel pomeriggio, il dialogo si è spostato a Genova dove si è svolta una riunione fra i sindacati locali e l’azienda. Qualche passo in avanti sulla rotazione della cassa integrazione lo si registra ma ancora non basta: domani lo sciopero continua, almeno fino all’assembla dei lavoratori fissata per domattina.

“E’stato fatto qualche passo in avanti - commenta Alessandro Vella, segretario generale Fim Cisl Liguria - ma la proposta ricevuta oggi da ArcelorMittal non è ancora sufficiente. Domani continuerà lo sciopero dei vari reparti e poi alle 8.30 ci sarà l’assemblea dei lavoratori per decidere le prossime ore. Non resteremo a guardare, la situazione continua a essere complicata e vogliamo che l’azienda rispetti la parola che c’è stata data".

"Abbiamo apprezzato i passi in avanti sull’insieme dei numeri che sono passati da 400 a 590 - fa sapere anche Antonio Apa, segretario generale Uilm Genova - ma gli stessi, se non supportati dalla rotazione, non hanno consentito un negoziato costruttivo. Oggi abbiamo vissuto una giornata alquanto problematica. Da un lato la mancanza di una proposta al tavolo convocato oggi a Roma dove sia il Governo che Mittal non sono stati in grado di presentare uno straccio di piano industriale. Dall’altro, da marzo 2020 c’è stato un susseguirsi di piani industriali a mio giudizio irrealizzabili o di difficile applicazione. Un autentico autogol che rischia di ripercuotersi sui 20mila addetti. Lo slittamento di ulteriori 10 giorni del piano industriale che dovrà presentare Mittal non è di buon auspicio. Su Genova non è stato possibile arrivare all’intesa in quanto la società ha respinto la nostra proposta. Non c’è dubbio che il sito di Genova non sarà avulso dagli effetti economici e sociali devastanti se non sostenuto da un robusto piano industriale. Intanto domani continuerà la mobilitazione di un’ora di sciopero e informeremo i lavoratori sull’andamento del negoziato".