Arcelor Mittal, presidio dei lavoratori ai cancelli: blocco dei mezzi in uscita

di Marco Innocenti

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La nuova protesta è scattata alle 7. Lunedì vertice col ministro Patuanelli

E' scattata stamani alle 7 la nuova protesta dei lavoratori ex-Ilva contro la decisione di Arcelor Mittal di estendere la cassa integrazione a 600 dipendenti. Davanti ai cancelli del varco d'accesso allo stabilimento di Cornigliano, i lavoratori hanno allestito un presidio impedendo, di fatto, l'entrata e l'uscita dei mezzi. In contemporanea, le rsu hannoproclamato uno sciopero di un'ora che, a rotazione, vedrà coinvolti tutti i reparti dell'azienda.

"Ieri il responsabile delle risorse umane del gruppo ci ha detto che dobbiamo sospendere la protesta minacciando di chiudere tutto anche il ciclo della latta - spiega il coordinatore dell'rsu Armando Palombo' davanti all'assemblea che si è svolta davanti al cancello di accesso dei camion alle 7 - con la scusa che così metteremmo a rischio gli impianti. Gli abbiamo risposto che siamo stati noi per anni a tenere quegli impianti insieme con scotch e cartoni".

"Sfida accettata, lo sciopero continua: sappiamo cosa fare" dice Palombo. I lavoratori sono tutti in sciopero a singhiozzo. La situazione è tranquilla anche perché l'azienda ha avvertito i trasportatori di non far arrivare i mezzi nella giornata di oggi, ma la protesta continuerà almeno fino a lunedì e probabilmente oltre: "Sarà lunga e difficile" ha ricordato Palombo al megafono rivolto ai colleghi. "Siamo giunti a un punto di non ritorno - aggiunge Nicola Appice, rsu Fim Cisl - abbiamo provato in tutti i modi anche con il supporto delle istituzioni a dialogare con questa azienda ma abbiamo trovato solo un muro. Di fronte a questo possiamo rispondere solo con una mobilitazione pesante". Lunedì mattina è previsto l'incontro in videoconferenza dei sindacati con il ministro dello sviluppo economico Stefano Patuanelli, il ministro del Lavoro Nunzia Catalfo e i vertici di ArcelorMittal: "Lunedì ci aspettiamo che il governo prenda una posizione chiara con questa multinazionale - dice Fabio Ceraudo, delegato Uilm e consigliere comunale del M5S - che faccia in modo di commissariarla fino a novembre, far pagare quello che è dovuto al Paese e anche gli arretrati perché la siderurgia deve rimanere visto che è un asset importante per il nostro Paese".

Fim, Fiom e Uilm hanno indetto per lunedì 25 maggio uno sciopero di 4 ore per ciascuno dei primi due turni in tutti gli stabilimenti del gruppo ArcelorMittal dei lavoratori diretti e dell'appalto. La mobilitazione scatterà nel giorno in cui il ministro dello Sviluppo Economico Stefano Patuanelli ha convocato una videoconferenza a cui sono stati invitati azienda e organizzazioni sindacali. A Taranto lo sciopero si svolgerà nelle ultime quattro ore del primo e secondo turno. "Il Governo e ArcelorMittal - sottolineano in una nota le sigle metalmeccaniche - scoprano le carte e si apra un tavolo di trattativa con il sindacato. La situazione negli stabilimenti è sempre più insostenibile. La risposta alla crisi non può essere semplicemente più cassa per tutti e zero investimenti". Secondo Fim, Fiom e Uilm, "meno salario, più incertezze ed insicurezze sull'occupazione, sull'ambiente, sulle prospettive industriali non sono più accettabili".