Voglia di movida, decine di segnalazioni di assembramenti nei vicoli e sulle spiagge

di Redazione

1 min, 35 sec

Centralini della polizia locale presi d'assalto dal centro storico, Castelletto, Nervi, Pegli e Santa Margherita

Voglia di movida, decine di segnalazioni di assembramenti nei vicoli e sulle spiagge

Il primo week end serale di libertà dopo la lunga emergenza della quarantena con i locali finalmente aperti si sta rivelando un assalto a bar e pub e piazze della movida: dal centro storico, a Castelletto, Pegli, passando da corso Italia, Boccadasse, Nervi e Santa Margherita, i centralini della polizia locale ma anche della Capitaneria di Porto sono presi d'assalto dai cittadini che segnalano allarmati assembramenti di persone senza mascherine o a distanza ravvicinata. Una sorta di caccia al potenziale untore.


Decine le chiamate, molti i controlli svolti con pattuglioni di agenti in divisa approntato apposta per dissuadere i giovani (e a volte meno giovani) a mantenere le distanze sociali. La spiaggia di Boccadasse ad esempio, come i punti caldi del centro storico, sono presidiati da agenti e volontari.
Ma se nei punti caldi sembra si fatichi a rispettare le normative anti contagio, nelle stazioni ferroviarie più importanti e lungo le autostrade, anche per via dei divieti di sposamento fra regioni, invece regna una apparente e più rassicurante calma piatta: le poche decine di viaggiatori controllate nelle stazioni a bordo dei treni a lunga percorrenza, autocertificazioni alla mano, sono infatti quasi tutti lavoratori che si spostano per lavoro, niente corsa alle seconde case al mare, almeno per ora.

 
Unica e non trascurante nota positiva: dai centralini del 118 e soprattutto dai medici della rianimazione del policlinico San Martino, avamposto nella lotta al Covid19, non si segnalano da giorni nuovi ingressi di pazienti in gravi condizioni per il virus, che sembra quasi meno virulento, neanche fosse stato fiaccato dall'isolamento sociale, e forse il primo, dal primo caldo della bella stagione.

Prima di trarre delle pericolose conclusioni è però bene, raccomandano gli stessi medici, "aspettare le prime due settimane di giugno": solo allora, a poco più di 15 giorni dalla grande riapertura di questi giorni, potremo davvero capire se il nemico è davvero alle corde.