Vittorio Sgarbi: "Vengo spesso a Genova, tante le idee in campo"
di Giulia Cassini
La visita privata con Barbara Grosso e gli esperti genovesi del mondo dell'arte
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Tour a sorpresa di Vittorio Sgarbi in città. Una visita privata dedicata a Bernardo Strozzi tra lo stupore di genovesi, turisti, delle associazioni presenti tra i tesori di Genova a partire da Palazzo Lomellino.
Un percorso che ha originato un fecondo confronto critico e storiografico sulle opere con il tour tenuto per la prima parte dalla storica dell'arte Anna Orlando poi con Margherita Priarone e per tutta la durata con l'assessora del Comune Barbara Grosso. Sgarbi a Genova era già venuto a dicembre alla Fondazione Pallavicino Onlus di cui è direttore artistico e, tra gli appuntamenti di lavoro di Milano e di Ventimiglia per lo spettacolo "Raffaello", ha visitato diverse sedi in una delle sue "classicissime" incursioni artistiche nella serata di venerdì 10 gennaio.
Fitte le connessioni con la città, e ferrea la volontà di collaborare per portare veri e propri capolavori (auspicando ad esempio un intervento probabile a Villa Croce e la realizzazione di un monumento di Niccolò Paganini al Teatro Carlo Felice come rivela nei dettagli in anteprima ai microfoni di Telenord). Già nota invece la partenza di un progetto relativo alle pubblicazioni su grandi personalità, anche genovesi, le cui opere sono ritenute irreperibili.
Sgarbi si è trattenuto a lungo a Palazzo Nicolosio Lomellino alla mostra curata da Anna Orlando e Daniele Sanguineti intitolata “Bernardo Strozzi (1582-1644). La conquista del colore” su circa 40 capolavori, e con il presidente dell'Associazione Palazzo Lomellino di Strada Nuova Onlus Matteo Luigi Bruzzo evidenziando l'ennesimo successo della collaborazione tra pubblico e privato.
Con l'assessore Barbara Grosso in un brainstorming fitto e di alto profilo sono state ipotizzate innumerevoli inizitive che potrebbero prendere piede con i massimi esperti italiani di Barocco, tra cui Anna Orlando, e il mondo dell'arte contemporanea. "Sgarbi è venuto in visita già due volte in meno di un mese -rivela l'assessora Barbara Grosso- e a breve ritornerà, stiamo vagliando diverse proposte come quella sul monumento a Paganini che finalmente la città potrà concretizzare e tante novità per tenere alto il profilo culturale e artistico". L'intenzione è ancora una volta quella di veicolare il più possibile la grande arte a tutti, e Vittorio Sgarbi è vulcanico ed entusiasta.
"Si è interessato al percorso evidenziato - commenta la curatrice Anna Orlando- a diversi temi come la natura morta, i brani di natura morta all'interno dei dipinti con soggetti sacri. Uno spunto critico discusso su cui Sgarbi si è dilungato con l'interesse di tutti. Poi le opere del periodo veneziano, quelle caravaggesche, i confronti come lo Strozzi 'alla Caravaggio' dove veste una nuova maniera facendola propria oltre al dipinto che apre la mostra, mai uscito di casa, rimanendo abbagliato dai colori strepitosi e dallo stato di conservazione eccellente".
A Palazzo Bianco ha apprezzato sia la mostra sia la collezione indugiando su due lavori: la “Cuoca” e il “Pifferaio” che era già stato l’immagine simbolo di una esposizione nel 1995 e poi su diversi particolari come la scritta autografa dipinta sul libro retto da “La Madonna con Gesù Bambino e San Giovannino” oppure la simbologia di “Santa Cecilia” . Il tour si è concluso con la visita alla Chiesa dell'Annunziata per vedere la famosa tela del Procaccini.
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