Vittoria mancata, risultato ingiusto. Ma arrendersi ora sarebbe folle: la Samp ha 4 buoni motivi per crederci ancora

di Claudio Mangini

3 min, 56 sec
Vittoria mancata, risultato ingiusto. Ma arrendersi ora sarebbe folle: la Samp ha 4 buoni motivi per crederci ancora

Se un’astronave avesse osservato dall’alto Monza-Sampdoria, l’alieno-appassionato di calcio che non conosce il calcio terrestre avrebbe avuto molta difficoltà a credere che, delle due squadre, quella con la classifica peggiore fosse quella in maglia giallocerchiata e, certamente, avrebbe ritenuto del tutto incredibile che fra le due squadre in campo ci possano essere nove posizioni in classifica e ben 16 punti. Fuor di metafora, chiunque abbia osservato con un po’ di obiettività Monza-Sampdoria non può che ritenere ingiusto il risultato finale con la certezza che la Sampdoria meritasse di più. Invece, per l’ennesima volta, è arrivato un pareggio che lascia molto rammarico. E, senza aggiungere ulteriori lamenti alla già lunga lista di (giuste) recriminazioni sulle decisioni arbitrali, è evidente che non è del “recupero del recupero” che ci si può lamentare ma della durata del recupero stesso (6 minuti) apparso decisamente largo e incongruo con quanto avvenuto in campo nella ripresa. A ciò va aggiunto lo scellerato e incredibile fallo da rigore causato da Murru: incontestabile, anche se Petagna si lascia andare come folgorato (ma questo ci sta, si chiama mestiere), quello che risulta inconcepibile è il modo in cui il difensore della Sampdoria affronta il contrasto e, a monte, è difficilmente comprensibile anche la scelta di mandare in campo lui, riadattato nel ruolo, visto che non è marcatore puro, e non Murillo. Se a Stankovic, che ha rianimato e dato un’identità alla Sampdoria, si può imputare qualcosa è solo l’insistenza nel proporre Djuricic, che fino ad ora incide poco, e, appunto, Murru, per il quale parlano le prestazioni della stagione in corso.

Detto questo, la Sampdoria ha fatto la partita proprio come l’aveva chiesta l’allenatore serbo: «Giochiamo per cambiare la storia del campionato», aveva detto alla vigilia. E così è stato, con Gabbiadini, tornato ai suoi livelli d’incisività e utilità per la squadra, che porta avanti meritatamente la Samp, Nuytinck che la riporta a terra (a proposito, l’olandese sembra soffrire della stessa sindrome di Colley e, in passato, Ranocchia: ottime prestazioni quasi sistematicamente macchiate da una papera dagli effetti dannosissimi. Ma nonostante questo la Sampdoria ha ripreso in mano la partita, ha saputo tornare meritatamente avanti e gestirla senza correre praticamente rischi fino al minuto 96’10”, quello del patatrac. Che potrebbe avere, ma ci auguriamo non abbia, effetti devastanti sul piano del morale.

La prima considerazione da fare riguarda quello che poteva essere e non è stato. Se oggi la Sampdoria avesse 14 punti, anziché 10, nessuno potrebbe avere qualcosa da ridire. Due punti le sono stati scippati fra Empoli e Udinese, e tutti sanno come. Due mancano – e la ferita è recentissima e brucia molto – per la mancata vittoria di Monza. La Sampdoria attuale, è fuori discussione, vale più della sua classifica. La Sampdoria del dopo sosta mondiale è una squadra vera, che sta in partita, se la gioca, ha carattere e un sistema di gioco a cui manca solo un finalizzatore che Lammers non può essere, Quagliarella proverà a ridiventare battendo anche la carta d’identità e De Luca chi sa quando potrà tornare a essere dopo un infortunio sul cui recupero non mancano le sone d’ombra oscuri e gli interrogativi. A riprova di quanto appena detto, la Sampdoria di Monza – e questa forse è la cosa più bella, con la prova di Gabbiadini – ha avuto la capacità di riprendersi la partita con il secondo gol, dopo aver subito il recupero dei padroni di casa.

Terzo spunto di riflessione: la Sampdoria, nelle 17 partite restanti, affronterà in casa Bologna, Salernitana, Verona, Cremonese, Spezia, Torino, Empoli e Sassuolo, oltre all’Inter lunedì prossimo. Partite non certo facili, ma da giocare da pari a pari, contro avversarie dirette o alla sua portata, ha insomma nelle mani il proprio destino. Infine, quarta e ultima considerazione, la vicenda Juventus potrebbe aprire scenari impensabili qualche tempo fa, spalancando le porte anche alla possibilità di salvezza con il terzultimo e non il quartultimo posto.

Per questo non avrebbe senso farsi travolgere dall’amarezza post Monza. La Samp è viva e deve reagire, provando anche a spaventare e mettere i bastoni fra le ruote dell’Inter, partita molto speciale per Deki Stankovic.

Giocarsela fino all’ultimo respiro, mentre in società, attraverso l’operazione- composizione negoziata, si lavora per evitare il fallimento, con un cauto ottimismo che affiora tra mille difficoltà. Ma la squadra, oggi, in testa ha solo il doppio appuntamento casalingo Inter-Bologna.