Vialli confessa: "Sto bene, ma sono ancora spaventato"

di Maria Grazia Barile

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"Ho paura che il tumore possa tornare"

Vialli confessa: "Sto bene, ma sono ancora spaventato"

vvvv "Un viaggio con un compagno indesiderato". Così Gianluca Vialli torna a parlare del tumore al pancreas che lo ha colpito e che ha già sconfitto due volte passando attraverso l'intervento chirurgico, la chemio e la radioterapia. Oggi però teme che possa tornare: "Fisicamente sto bene, sto riacquistando i muscoli – ha detto al Times – ma sono ancora molto spaventato e preoccupato. Ogni volta che mi sveglio o che vado a letto con un po’ di mal di pancia o di mal di testa o con qualche linea di febbre, penso subito che sia tornato e credo ci vorrà tanto tempo prima che riesca a sbarazzarmi di questa sensazione, perché sei fragile e non lo puoi sapere fino a quando non passano alcuni anni senza avere problemi". 

In questi due anni terribili, durante i quali ha perso capelli, barba e sopracciglia a causa della chemioterapia, la sua forza è stata la moglie Cathryn e le due figlie adolescenti, che gli hanno restituito la voglia di ridere: "Le mie figlie mi hanno aiutato disegnandomi le sopracciglia e ho chiesto dei consigli a mia moglie sui trucchi da usare. Abbiamo riso, devi ridere, hai bisogno di trovare il lato divertente, se puoi. Però c’erano dei giorni in cui mi rinchiudevo in bagno per non farmi vedere piangere".

"Nessuno vuole una cosa del genere –  conclude Vialli - ma quando ti capita, devi vederlo come un’opportunità per conoscerti meglio, per capire come sei stato, come sei e come sarai. Ho scoperto la meditazione, che non conoscevo, e vorrei aver iniziato a praticarla quando giocavo o, meglio ancora, quando allenavo. Certo, resto pur sempre un essere umano, quindi mi arrabbio ancora per delle banalità, ma adesso sono più consapevole del fatto che lo siano. Mi rendo conto di essere tutt’altro che perfetto e che devo lavorare ancora tanto per riuscire a migliorarmi, ma spero, senza per questo voler essere presuntuoso e arrogante, che la mia storia possa servire da stimolo".