Venezia, gli interporti lanciano l’allarme sui ritardi della rete ferroviaria nazionale
di Simone Galdi
Alla IV edizione di “Interporti al Centro”, UIR chiede il rispetto dei cronoprogrammi per evitare il calo del trasporto intermodale

Il mancato rispetto dei tempi nei cantieri ferroviari rischia di compromettere in modo strutturale lo sviluppo del trasporto intermodale. È il messaggio centrale emerso a Venezia, nel corso dell’annuale evento “Interporti al Centro” promosso dalla Unione Interporti Riuniti, che sollecita un’accelerazione sui lavori in corso per non disperdere il potenziale di un settore già in difficoltà.
Calo traffico – Il traffico ferroviario intermodale negli interporti italiani ha registrato un calo del 3,2% nel 2024, in linea con il -16,5% del 2023. Un segnale allarmante, secondo UIR, che segnala l’effetto negativo dei lavori di ammodernamento sulla rete ferroviaria nazionale. “È urgente completare i lavori nei tempi previsti per non perdere definitivamente quote di mercato”, ha affermato l’associazione.
Infrastrutture pronte – Nonostante le difficoltà, il sistema degli interporti è pronto a raccogliere la sfida, ha dichiarato Claudio Ricci, presidente di Interporto Campano: “Gli investimenti del PNRR aprono grandi prospettive, ma devono essere accompagnati da un’efficace gestione della fase transitoria. Il rischio è che il malato muoia in ambulanza prima di arrivare in ospedale”.
Investimenti PNRR – I cantieri attualmente in corso fanno parte degli interventi finanziati con il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Gli investimenti puntano alla rimozione dei principali colli di bottiglia sulla rete ferroviaria, con l’obiettivo di agevolare il passaggio di treni intermodali. Tuttavia, la fase di realizzazione sta comportando interruzioni che impattano direttamente sull’operatività.
Terminal bonus – Per rafforzare l’intermodalità, UIR propone l’introduzione di misure di incentivazione dedicate ai terminal ferroviari, analoghe al Ferrobonus e al Marebonus. “Servono strumenti che sostengano le manovre ferroviarie e la terminalizzazione, non solo i collegamenti portuali”, ha ribadito Ricci.
Digitalizzazione – Secondo Massimo Arnese, dell’Interporto di Novara, la digitalizzazione è la chiave per velocizzare i processi. Il progetto ELODIE, che integra il protocollo europeo eFTI per la trasmissione digitale dei documenti, mira a rendere interoperabili e connessi tutti i terminal italiani entro il 2026.
Mappatura terminal – È in corso un’attività di mappatura dei terminal intermodali, prevista dalla direttiva del Ministero delle Infrastrutture. Lo scopo è assicurare una distribuzione equilibrata delle strutture in grado di rispondere alle esigenze della rete TEN-T europea. UIR auspica che questa fase non porti a una proliferazione disordinata, ma a un’ottimizzazione del sistema.
Ruolo delle associazioni – Gianpaolo Serpagli, dell’Interporto di Parma, ha sottolineato l’importanza delle associazioni come interlocutori tra settore e istituzioni: “UIR ha dimostrato di essere un canale credibile per far emergere le necessità degli interporti e contribuire alla definizione di politiche pubbliche”.
Prospettive – Il rispetto dei tempi per il completamento dei cantieri, previsto per il 2026, è ora condizione imprescindibile per permettere al sistema interportuale italiano di tornare a crescere e contribuire agli obiettivi europei sulla sostenibilità dei trasporti.
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