Veneto: ok del Consiglio a riforma della governance del TPL

di Stefano Rissetto

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La Regione rafforza così il proprio ruolo in materia di programmazione, indirizzo e controllo, emanando linee guida per la redazione dei piani di bacino

Veneto: ok del Consiglio a riforma della governance del TPL

Dopo la conclusione della discussione generale e l’esame della manovra emendativa, il Consiglio regionale del Veneto ha dato il via libera a maggioranza, senza voti contrari, al disegno di legge n. 237, di iniziativa della Giunta, volto a modificare e a integrare la l. reg. n. 25/1998 sulla disciplina e l’organizzazione del Trasporto pubblico locale, già illustrato in aula nel corso della seduta precedente dalla presidente della Seconda commissione consiliare Silvia Rizzotto (Fratelli d’Italia), correlatore il vicepresidente della stessa Commissione Jonatan Montanariello (Partito Democratico).

“Cuore della riforma – spiega il presidente della Seconda commissione – è la ridefinizione dei bacini territoriali ottimali e omogenei, che non saranno più rigidamente coincidenti con i confini provinciali, ma verranno delineati secondo criteri di natura trasportistica, tenendo conto della domanda reale di mobilità e dell’efficienza del servizio. Viene inoltre istituito un nuovo modello di governance con l’introduzione delle Agenzie per il TPL in ciascun bacino, enti di governo partecipati obbligatoriamente da Comuni e Province, con la presenza della Regione attraverso la società Infrastrutture Venete S.r.l.

La Regione rafforza così il proprio ruolo in materia di programmazione, indirizzo e controllo, emanando linee guida per la redazione dei piani di bacino, l’affidamento dei servizi, la definizione delle tariffe e la qualità dell’informazione all’utenza. L’obiettivo è garantire maggiore omogeneità, efficienza e qualità nell’offerta dei servizi di trasporto pubblico, superando l’attuale disomogeneità tra bacini”.

“Il nuovo assetto entrerà in vigore a partire dal 31 dicembre 2026, tempo necessario per la predisposizione dei bacini e la costituzione delle nuove agenzie – conclude Silvia Rizzotto – L’iter che ha portato all’approvazione della legge è stato caratterizzato da un ampio confronto, da approfondimenti tecnici e dall’ascolto del territorio e degli stakeholder coinvolti. Con questo provvedimento, la Regione Veneto compie un passo concreto e coraggioso verso un sistema di trasporto pubblico più moderno, coordinato e vicino ai reali bisogni di mobilità dei cittadini”.

In sede di discussione generale, la capogruppo de il Veneto che Vogliamo Elena Ostanel ha focalizzato il proprio intervento sulle questioni legate alle problematiche legate al trasporto degli studenti, tema sul quale sono intervenuti anche il consigliere di Europa Verde Andrea Zanoni e il capogruppo Renzo Masolo, che ha stigmatizzato in particolare l’assenza ultradecennale di un modello di mobilità sostenibile e intermodale per il Veneto, cui ha fatto seguito l’intervento dell’esponente di Veneto Vale Arturo Lorenzoni, sull’istituzione delle Agenzie, sul regime IVA e sull’evoluzione del sistema trasportistico con i servizi a chiamata, osservando che il provvedimento appare in generale “Vuoto e privo di risorse”.

Il consigliere Stefano Giacomin (Lega-LV) – e in maniera analoga anche il collega Enrico Corsi e la capogruppo di Forza Italia Elisa Venturini – ha contestualizzato il tema del trasporto pubblico al regime riportato nel disegno di legge, giudicato positivamente alla luce delle esperienze sul territorio nell’ambito del rapporto con gli enti locali, argomento sul quale è intervenuta anche la vicepresidente della Prima commissione consiliare Chiara Luisetto (Pd).

“Dopo 27 anni, il Veneto aggiorna e riorganizza in modo strutturale la governance del trasporto pubblico locale. Una svolta attesa, necessaria e finalmente concretizzata grazie all’approvazione del Progetto di legge n. 237”.Lo dichiara il consigliere regionale Marco Dolfin (Lega – Liga Veneta), esprimendo “piena soddisfazione per il via libera definitivo al provvedimento, frutto di un lungo lavoro della Giunta regionale e della Seconda commissione consiliare”. “Questo progetto – sottolinea il consigliere regionale – segna un momento fondamentale per il Veneto, perché restituisce alla Regione un ruolo centrale nella pianificazione e nel coordinamento della mobilità, superando l’attuale frammentazione delle competenze. Troppe volte i territori si sono scontrati con risposte parziali o con l’assenza di competenze dirette in materia di TPL. Con questa legge, si colma una lacuna storica”.

“Il testo approvato – continua Dolfin – ridisegna l’assetto istituzionale e organizzativo del TPL veneto, istituendo Agenzie per ogni bacino territoriale con compiti di: programmazione dei servizi, affidamento e gestione dei contratti, approvazione delle tariffe e controllo della qualità, con una presenza rafforzata della Regione attraverso Infrastrutture Venete S.r.l. Voglio inoltre richiamare l’attenzione su alcune criticità operative, a partire dalla tutela degli operatori del settore: dobbiamo considerare anche le condizioni in cui lavorano gli agenti accertatori e gli operatori che lavorano sui mezzi automobilistici e della navigazione, spesso vittime di aggressioni o esclusi da tutele adeguate. È un aspetto, questo, che merita attenzione e che auspico venga approfondito anche in sede di attuazione della legge. Come anche la clausole sociali, le garanzie degli accordi integrativi e la questione della sovracompensazione”. “Ricordo le difficoltà legate all’attuale sistema di finanziamento del TPL e auspico strumenti fiscali più autonomi – conclude Marco Dolfin – Il Veneto, è bene rammentarlo, a differenza di altre Regioni, non ha mai attivato leve come l’IRPEF. Auspicando che con l’introduzione dell’Autonomia potremo finalmente avere ulteriori strumenti più tempestivi e adeguati ai bisogni dei cittadini. Questa riforma era attesa da troppo tempo. Con il Pdl 237 abbiamo dimostrato che il Veneto sa guardare avanti, appropiandosi di un ruolo centrale nella riorganizzazione e gestione operativa. Il tutto, dotandosi di strumenti flessibili, innovativi e capaci di rispondere concretamente alle sfide del TPL nella nostra regione”.

“È paradossale, e direi quasi offensivo verso pendolari, studenti e lavoratori, che la Giunta Zaia presenti la riforma del Trasporto Pubblico Locale come una rivoluzione, quando in realtà certifica un doppio fallimento: aver buttato 250 milioni di euro di IVA in dieci anni e non aver ancora garantito il biglietto unico promesso dal 2008. Con il Pdl 237 si corre ai ripari solo ora, mentre il servizio, e basta vederlo sui territori, è stato messo a dura prova da un sottofinanziamento regionale che dura ormai da vent’anni”. Lo dichiara la consigliera regionale Elena Ostanel, presidente del gruppo ‘Il Veneto che Vogliamo’.

“La nuova governance basata su Agenzie per il TPL può funzionare soltanto se i territori, Comuni ed Enti locali, mantengono voce in capitolo, se si arriverà a una vera integrazione del servizio anche tra province diverse e se si introdurrà il biglietto unico – afferma la consigliera regionale – Ma questo dipende dal fatto che la Regione faccia la sua parte, invece di pretendere un diritto di veto senza investire un euro”.

“Peccato che non sia stato approvato il nostro emendamento, che andava nella direzione di creare bacini interprovinciali davvero ‘ottimali e omogenei’, in particolare a favore del trasporto scolastico, settore in cui la nostra regione è fanalino di coda – commenta Ostanel – Secondo i dati ISTAT, il Veneto è la regione del Centro-Nord con il peggior ‘livello di raggiungibilità’ delle scuole tramite TPL per gli studenti: il 25,8 % di situazioni critiche e ben il 21 % di casi in cui è necessario il mezzo privato (peggio fanno solo Puglia, Calabria, Molise e Sicilia)”. “Questa riforma, che arriva con estremo ritardo e a fine legislatura, poteva davvero segnare un cambio di passo, ma non sarà così nemmeno questa volta: bene che finalmente si ponga fine a uno sperpero di risorse che saranno reinvestite nel trasporto pubblico, ma per una regione come il Veneto è inaccettabile non avere ancora un trasporto pubblico capillare, con un biglietto unico capace di servire soprattutto i territori più marginali”, conclude Elena Ostanel

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