Venaus, nasce l’idroelettrico del futuro: pannelli solari galleggianti e rimozione dei sedimenti
di R.S.
Questo sistema integrato non solo aumenta l’efficienza dell’idroelettrico, ma riduce anche l’evaporazione dell’acqua e limita l’interramento progressiv
Un nuovo passo verso la transizione ecologica arriva da Venaus, in provincia di Torino, dove un bacino idroelettrico si è trasformato in un laboratorio di innovazione energetica. Enel ha infatti installato il suo primo impianto fotovoltaico galleggiante in Piemonte, capace non solo di produrre energia pulita, ma anche di migliorare l’efficienza del bacino grazie a un sistema automatizzato per la rimozione dei sedimenti.
I pannelli solari, posizionati sulla superficie dell’acqua, sono bifacciali — assorbono luce su entrambi i lati — e garantiscono una produzione annua di circa 1.200 MWh. Ma la vera novità è rappresentata dalla tecnologia di de-sedimentazione: eliche sommerse muovono il fondale per sollevare i detriti, che vengono poi aspirati da una pompa mobile. Il tutto avviene senza svuotare il bacino e utilizzando esclusivamente l’energia prodotta dai pannelli stessi.
Questo sistema integrato non solo aumenta l’efficienza dell’idroelettrico, ma riduce anche l’evaporazione dell’acqua e limita l’interramento progressivo, un problema strutturale che riguarda il 33% della capacità degli invasi italiani. Attualmente, milioni di metri cubi d’acqua vengono persi ogni anno a causa dei sedimenti che si accumulano nei fondali.
«Un impianto che unisce innovazione, sostenibilità e concretezza», ha commentato Legambiente, sottolineando come questa tecnologia rappresenti un modello replicabile in altri impianti idroelettrici. Non a caso, i pannelli usati provengono dalla gigafactory 3Sun di Catania, un esempio di filiera nazionale a supporto della transizione energetica.
Oltre ai vantaggi ambientali, il progetto offre nuove prospettive anche per la gestione dei sedimenti, che oggi la normativa obbliga a smaltire come rifiuti speciali, nonostante il loro potenziale riutilizzo in agricoltura. Greenpeace, WWF e Legambiente chiedono una riforma delle regole, per trasformare un problema in risorsa.
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